Graglia: «Noi progettiamo il futuro economico del territorio»

Il presidente dell'Unione industriali di Varese, promotrice del comitato che riunisce oltre a lei otto aziende lombarde del settore, parla del prim ppasso concreto verso il riconoscimento di un distretto che esiste da sempre, e produce da solo il 33% dell'export del settore

Si presenta come semplice "moderatore", tiene a sottolineare inanzitutto la presenza di tutte le aziende promotrici, inserisce l’Unione degli Industriali di Varese semplicemente come uno dei firmatari dell’accordo.
Ma Michele Graglia non può negare che il memorandum siglato oggi per la creazione di un Comitato Promotore del Distretto Aeronautico Lombardo sia un obiettivo di importanza strategica per il territorio, raggiunto proprio dall’Unione di cui è presidente .

Un primo importante passo, fatto insieme a otto aziende primarie del settore, per fare emergere una eccellenza:  «Oggi è stato firmato un memorandum per la costituzione del Comitato Promotore del Distretto Aerospaziale Lombardo – ha spiegato Graglia nel suo intervento -.  A più di cento anni da quando le imprese dell’allora settore aeronautico hanno iniziato ad operare in Lombardia – e lo dico con orgoglio, perché alcune di queste sono presenti in questa sala – abbiamo firmato un accordo che vuole dare ragione del “distretto aerospaziale lombardo” che esiste nei fatti, che esiste nei numeri e che da domani, ci auguriamo, possa meritare anche un riconoscimento ufficiale».

E ha ricordato che i numeri parlano chiaro: « in Lombardia viene prodotto il 33% dell’export nazionale dell’industria aerea italiana. Questo grazie ad un indotto che conta, tra realtà produttive, servizi diretti connessi e commercio di materiali, quasi 220 imprese per un totale di circa 13mila addetti. Uno spaccato industriale che, nonostante la contrazione del commercio internazionale oggi in atto, ha saputo, tra il primo e il terzo trimestre 2008, aumentare il proprio export del 15,2% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, raggiungendo quota 954,4 milioni di euro. E la reputazione degli operatori lombardi parla altrettanto chiaro: qui ci sono eccellenze assolute, imprese che da tempo hanno imparato ad andare per il mondo e che nel mondo sono riconosciute. Imprese che traggono linfa da un depositato di conoscenze e di competenze che esiste sul territorio (frutto di cento anni di storia), ma che estendono i propri legami ovunque».

Ed è dalla scoperta di questi numeri che la sua associazione si è fatta promotrice dell’iniziativa che ha visto nell creazione del comitato il primo passo concreto: «E’ per aprire e, nello stesso tempo, per arricchire questo depositato che abbiamo voluto creare un Comitato di idee che raccolga pian piano tutti gli attori che possono incidere sullo sviluppo di un settore trainante come quello aerospaziale: una cornice entro cui confrontare più posizioni, per renderle una voce unica in grado di levarsi alta e di far sentire l’importanza di questa presenza. Oggi abbiamo voluto innestare una marcia in più per accelerare nel cammino cominciato a marzo dello scorso anno quando, sulla scorta di un approfondito studio economico-statistico sull’industria aeronautica fatto dall’Unione Industriali varesina, venne lanciata la sfida del riconoscimento da parte della Regione di un distretto aerospaziale lombardo. Ora, infatti, è come se l’asticella fosse stata posta su un punto più alto: coinvolgere in questo progetto tutto il sistema produttivo regionale del settore, creando un network di imprese in grado di darsi un’unica immagine di riferimento».

«Oggi siamo 8 imprese – AgustaWestland, Alenia Aermacchi, Aerea, Carlo Gavazzi Space, Gemelli, Secondo Mona, Selex Galileo, Spaziosystem ed un’associazione di industriali , quella della provincia di Varese; che si alleano per dar vita ad un “comitato di spinta” per la promozione del Distretto Aerospaziale Lombardo. Un nucleo di spinta che ha come prima missione quella di allargarsi. Si tratta di un nucleo costitutivo con tre caratteristiche distintive. La prima è la prevalenza delle imprese: è un Comitato che nasce bottom up da coloro che sono i protagonisti del sistema produttivo che si sono messi in prima linea. La seconda è la trasversalità: abbiamo cercato di metter insieme già nel nucleo fondatore più anime. Quella della grande, della media e della piccola impresa. La terza è che abbiamo cercato di trovare una rappresentazione che individuasse alcune delle eccellenze che sul territorio lombardo sono presenti. Ma soprattutto, come accennavo , si sboccia per crescere. Non abbiamo costruito un Comitato nato per chiudersi, ma nato per aprirsi. Innanzitutto aprirsi alle imprese, perché il concetto del distretto è un concetto inclusivo e non esclusivo. Alle imprese, piccole e medie, ma non solo. Lo sguardo è puntato anche alle Istituzioni pubbliche, al mondo universitario, alle fondazioni bancarie, alle associazioni, ai Centri Servizi e a tutti quei soggetti che operano sul territorio, ma hanno come orizzonte il mondo».

Un comitato che nasce a prescindere dalle istituzioni, innanzitutto dietro la spinta delle aziende e con l’aiuto di chi le aziende le rappresenta: «Il Comitato nasce come motu proprio del sistema produttivo lombardo che vuole, analogamente a quanto succede in altri territori, dotarsi di una soggettualità che abbia “rappresentanza” per dialogare con le Istituzioni, in prima battuta regionali, per avviare un processo di “certificazione” della presenza distrettuale aerospaziale lombarda con il fine di promuovere un futuro riconoscimento di un distretto tecnologico e di arrivare a partecipare alle azioni condivise del nascente metadistretto aerospaziale nazionale. Vogliamo costruire un soggetto che ci permetta di divenire nodo attivo di una rete che si va componendo su base nazionale ed internazionale: esserci oggi non basta più, bisogna lavorare affinché le condizioni di contesto in cui ciascuno di noi opera siano condizioni di effettiva competitività. Dobbiamo lavorare, a partire dal territorio, per colmare divari competitivi che si vanno creando».

Con un bacino più ampio di quello rappresentato dalla provincia di Varese, da cui il comitato prende avvio:  «Il bacino naturale da cui partire è senz’altro la Regione Lombardia. Questo Comitato non ha volutamente scelto di essere un Comitato provinciale, nonostante l’elevata concentrazione di attività si collochi tra l’area di Varese scendendo giù sino al milanese. Non può essere un Comitato provinciale perché non lo sono le imprese che lo compongono, perché non lo sono i mercati che esse raggiungono e non lo sono i contatti di fornitura a di collaborazione che le stesse hanno avviato a livello internazionale».

E che mostra il vero volto, quello di rilevanza strategica per il territorio, dell’ associazione di imprenditori:  «Quella che oggi viene presentata è un’iniziativa di grande profilo, di ampia valenza sul piano del marketing territoriale. Ci siamo proposti di far emergere le potenzialità che tutti conoscono, ma che spesso restano sotto traccia. Potenzialità che riguardano le competenze professionali e la capacità di innovazione, che sono un patrimonio per l’intero territorio. In questo vedo declinato il ruolo dell’Unione Industriali, che non è limitato all’assistenza e alla consulenza alle imprese associate, ma è anche rivolto a progettare e a predisporre le condizioni per il futuro economico del territorio. E’ un modo moderno, al passo con i tempi, di concepire l’associazionismo imprenditoriale».

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Pubblicato il 23 Febbraio 2009
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