La fisica di Eistein e il jazz: al via il festival “Buchi Neri”

Il 12, 13 e 14 febbraio si terrà la dodicesima edizione del Festival di cultura e musica jazz di Chiasso allo Spazio Officina con tre serate, otto concerti e tre dj set

Dopo l’anteprima a Como con il concerto di Hilaria Kramer e le Ratrabra sabato scorso, la dodicesima edizione del Festival di cultura e musica jazz di Chiasso entra nel vivo con le serate del 12, 13 e 14 febbraio presso lo Spazio Officina a Chiasso: tre serate, otto concerti e tre dj set a tarda notte.

 

 

 

La traccia elaborata come chiave di lettura della nuova edizione si propone innanzitutto come uno spunto per aprire l’immaginario del pubblico e dei musicisti verso una dimensione tra musica e scienza: Buchi neri, titolo di questa edizione, rimanda ai ‘buchi neri’ studiati da Einstein. Trovare dei legami tra il jazz e la fisica non è facile. Il titolo rinvia alle misteriose energie che si sprigionano tra i ‘corpi’ (celesti, in questo caso), e che creano delle dinamiche sorprendenti, proprio come talvolta accade, sul piano delle emozioni, nei fenomeni artistici e nella musica. Come nei ‘Buchi neri’: quando una stella è molto massiccia (sei-sette volte più del sole, scrivono gli sceinziati) esplode come supernova dando luogo all’oggetto più strano e affascinante del cosmo: un buco nero. Niente può fermare la caduta della materia verso il centro della stella, finché l’intera massa del nucleo non si concentra in un unico punto. L’oggetto che si forma, il buco nero, è qualcosa di così strano e così estremo che non può essere descritto con le leggi della fisica che valgono sulla Terra. L’acceleratore del futuro LHC (Large Hadron Collider) che sarà riattivato a marzo 2009 dal CERN a Ginevra, vorrebbe riprodurre energie primordiali non dissimili. 

 

Questo fenomeno, così straordinario e unico, ha sollecitato l’immaginario di molti artisti tra le arti figurative come in quelle musicali; pensiamo ai tagli e ai ‘buchi neri’ di Alberto Burri, e ad altri del Movimento Spazialista, come Lucio Fontana, Roberto Crippa, Mario De Luigi. Infrangendo la tela con buchi e tagli, lo spazio cessò, nel rivoluzionario gesto di Fontana, di essere oggetto di rappresentazione secondo le regole convenzionali della prospettiva; e la superficie stessa della tela, interrompendosi in rilievi e rientranze, entrò in rapporto diretto con lo spazio, la luce reali e le ombre. Tutto ciò rinvia in qualche modo anche al jazz, all’interagire dei ‘corpi’ musicali nell’improvvisazione e nella pulsazione ritmica dello swing, allo scandaloso scardinamento di codici e alla sua funzione innovativa che ne caratterizza la storia, sin dalle iniziali influenze musicali afroamericane agli inizi del XX secolo.

 

Nel jazz, parafrasando le parole dello stesso Fontana, le note abbandonano il piano della partitura e divengono forme spaziali, caratterizzate dall’uso estensivo dell’improvvisazione, di “blue notes”, di poliritmie e di progressioni armoniche audaci e insolite (se confrontate con quelle in uso nella musica classica)… tutto ciò libera energie nuove e nuovi vertiginosi  ‘black holes’ di incomparabili emozioni. 

 

Il Festival di cultura e musica jazz è un evento ideato e organizzato dall’Ufficio Cultura del Comune di Chiasso, con la partecipazione della Rete Due della Radio della Svizzera Italiana e la collaborazione di Jazz & Co Eventi e del Teatro Sociale di Como As.Li.Co.  

 

In occasione del Chiasso Jazz Festival sarà allestita una tensostruttura esterna collegata allo Spazio Officina, che conterrà la sala ristorante e il bar. Negli spazi interni, curati nella scenografia e nell’arredamento dall’Accademia di architettura di Mendrisio e da AsMA_Association Making Architecture, si proporranno menu accattivanti e prelibatezze eno-gastronomiche che si accompagneranno piacevolmente alla ricca offerta musicale.

Per tutto il programma del Festival www.chiassocultura.ch.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Febbraio 2009
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