Fiducia e velocità, le armi del credito cooperativo
La Bcc cresce in controtendenza con il mercato. In soli tre mesi ha raccolto 50 milioni di euro. Lidio Clementi «Il segreto? La nostra banca è qua»
Non più di una settimana fa, Rossella Locatelli, docente di economia all’università dell’Insubria, in un incontro sul tema della crisi economica, spiegò che nel sistema creditizio italiano in questo momento chi continua a crescere sono i piccoli istituti autonomi, perlopiù banche di credito cooperativo. Questa crescita è confermata da Luca Barni (a sinistra nella foto), direttore generale della Banca di credito cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate. «La nostra banca è un sensore straordinario che ci permette di monitorare l’andamento della crisi. Confermo quel dato: stiamo crescendo sia nella raccolta di risparmio sia negli impieghi. Tra l’ottobre e il dicembre 2008, abbiamo registrato 50 milioni di euro di raccolta».
Le ragioni che giustificano il buon risultato della Bcc, in controtendenza rispetto ai suoi competitori, sono due: da una parte la fiducia che una banca piccola, o di «prossimità», in un momento di incertezza geenrale suscita nel risparmiatore; dall’altra la velocità delle decisioni. Molti risparmiatori italiani, dunque, disattendendo i consigli degli analisti, che suggerivano di non muovere i soldi dalle banche, hanno abbandonato il vecchio conto per rivolgersi a chi in quel momento dava maggiore affidamento e sicurezza.
Un attegiamento solo in parte irrazionale che il presidente della Bcc, Lidio Clementi, sintetizza con una battuta: «la nostra banca è qua». Clementi insiste molto sul fatto che il centro decisionale della banca è rimasto sul territorio dove si fanno gli incontri con i vari attori sociali ed economici, come appunto nel caso dell’accordo sulla cassa integrazione anticipata con l’Associazione artigiani.
Il credito cooperativo inoltre non puo’ avere dividendi, cioè a fine anno non distribuisce i guadagni ai vari soci, ma è obbligato a rimetterli in circolo. «Questa sensibilità della Bcc – continua il direttore – si traduce in fatti concreti: nel 2008 abbiamo riversato la nostra redditività sul territorio, ovvero ben 1.200.000 euro».
La Bcc è «un arcipelago del credito» formato da 444 banche con 4200 sportelli sparsi in tutta la Penisola. Il 20 per cento dei finanziamenti, concesso ad imprese con meno di venti dipendenti, proviene dal credito cooperativo. «Noi ascoltiamo i piccoli imprenditori – conclude Ignazio Parrinello (foto a lato), vicepresidente della Bcc- e nella maggior parte dei casi ci rendiamo conto che pur non essendo laureati sono in grado di capire benissimo l’andamento del loro conto economico, perché ce l’hanno nel dna. E se oggi , in piena crisi, ci sono degli imprenditori che fanno sacrifici, questi sono proprio loro»
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