Giorgio Merletti “paladino” delle piccole imprese

Il vicepresidente vicario di Confartigianato, è stato invitato a Palazzo Chigi e ha parlato di occupazione, ammortizzatori sociali, formazione, Studi di Settore e federalismo fiscale

Giorgio Merletti, vicepresidente vicario del sistema Confartigianato, è stato invitato ieri – mercoledì 4 marzo – a Palazzo Chigi. Motivo dell’incontro, confrontarsi chiaramente con il Governo per ricordare alla politica l’importanza di agire prontamente a sostegno della micro e piccola impresa. All’incontro il vicepresidente del Consiglio Gianni Letta e, tra i tanti, anche Giulio Tremonti, Stefania Prestigiacomo, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, Claudio Scajola e Altero Matteoli. 

I valori veri, posti da sempre alla base degli imprenditori “artigiani”, si sono fatti vivi da subito. “Quanti sono i cassaintegrati ad oggi?”, ha chiesto un giornalista in sede di conferenza stampa. <Le micro e piccole imprese hanno un dovere nei confronti dei loro dipendenti più di quanto possono averlo le grandi industrie – ha risposto Merletti (nella foto) – . Il lavoratore cresce con noi, lo si affianca, affina le sue capacità nel tempo per poi trasformarsi in risorsa indispensabile e preziosa per l’imprenditore. Ecco, è questo il problema: le micro e piccole imprese non vogliono perdere nessun dipendente perché hanno bisogno delle sue professionalità. Quindi, diciamo “no” a quelle forme di ammortizzatori sociali che portano l’allontanamento del lavoratore dall’impresa e “no” al depauperamento delle risorse umane. Il capitale umano è la nostra risorsa più importante e lo si può tutelare attraverso l’intervento congiunto di pubblico e privato come accade oggi nella nostra “bilateralità”: privilegiando strumenti quali il Contratto di Solidarietà e Sospensione per il sostegno al reddito dei lavoratori. Insomma, “no” a strumenti meramente assistenziali. Siamo per la positività, perché il nostro valore è il lavoro>.  
Inoltre: <Una riforma strutturale degli ammortizzatosi sociali, in Italia, si attende da moltissimi anni. La sua mancata attuazione consiste, principalmente, in un problema di risorse, tanto è vero che è dal 1988 che nelle varie disposizioni legislative che hanno adottato provvedimenti contingenti, è utilizzata la formulain attesa della riforma degli ammortizzatori sociali”>.
Nello stesso tempo, a Palazzo Chigi si è affrontato il problema dei lavoratori parasubordinati, “categoria” nella quale vige ancora oggi una buona confusione legislativa. E’ per questo che Giorgio Merletti ha chiesto che <tali figure di lavoratori siano al più presto normate per sottolineare quanto già detto: il capitale umano è fondamentale e quindi va tutelato partendo da forme contrattualistiche eque, serie e che offrano sicurezze al lavoratore>. 
Poi il Federalismo fiscale, che per Confartigianato <significa avvicinare il luogo del prelievo a quello della spesa per responsabilizzare gli amministratori pubblici locali. Significa distribuire la ricchezza laddove si genera attraverso la realizzazione delle infrastrutture di sistema, che permetterebbero di migliorare il livello di competitività delle imprese e le condizioni dei loro collaboratori anche attraverso il federalismo contrattuale. L’autonomia finanziaria si dovrà perseguire anche con la trattenuta del 20% dell’Irpef da parte dei Comuni: ciò permetterebbe alle amministrazioni pubbliche di far fronte alle spese dettate dalle infrastrutture “minori” e dagli interventi di ordinaria amministrazione>. 
Infine, tra i “punti” sottoposti dal vicepresidente vicario Giorgio Merletti, anche la spinosa – e annosa – questione degli Studi di Settore. <E’ necessaria una rivisitazione dei parametri di tale strumento per renderlo equo e rispondente alle diverse peculiarità produttive territoriali. Se ciò non avvenisse si può solo chiedere al Governo di congelarli per questo 2009 e riflettere sul futuro>.

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Pubblicato il 05 Marzo 2009
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