La maestra Giuliana al Governo: “Ho rinunciato alla baby pensione, lavorerò fino a 65 anni?”

La storia di una lettrice che teme di dover rimanere ad insegnare fino ai 65 anni. "Educare i bambini è la mia vita ma non sono sicura di avere le forze"

La crisi economica scopre un mondo fatto di paure, ma anche di qualità, di chi ha investito una vita con impegno nella propria professione. Dopo il caso delle lavoratrici della Inda di Caravate, che "supplicarono" la proprietaria di non essere licenziate, proponiamo la storia di Giuliana, per certi versi nella condizione opposta rispetto alle operaie. Giuliana è un’insegnante di scuola elementare che ha rinunciato ad abbandonare il lavoro per una pensione sicura quando aveva 40 anni. Le crediamo, quando spiega la sua rinuncia "non ero favorevole a quella norma" – dice –  che dava la possibilità di lasciare il lavoro così presto; e crediamo anche alla sua dedizione e professionalità nel voler affrontare il suo compito. Vale la pena leggere queste righe che la maestra Giuliana invia al governo, perchè è giusto credere che esistono persone per bene e che vogliono bene al loro lavoro e, pagandola cara, anche al loro Paese. (A.C.) 

                                                                 *   *   *

Alla cortese attenzione dei Ministri

Renato Brunetta
Maurizio Sacconi
 
Caro ministro Brunetta, caro Ministro Sacconi.
sono una ragazza del 1953, pertanto ho 56 anni.
Il primo ottobre 1973, dopo un’esperienza di 6 mesi di doposcuola e 3 mesi di supplenza, come vincitrice di concorso sono entrata in ruolo nella scuola elementare, per l’esattezza alla Scuola Speciale, dove sono rimasta per 6 anni per poi passare al tempo pieno.
Ho sempre amato il mio lavoro, ed ho dedicato con passione alla scuola, ai bambini, all’insegnamento molto della mia vita, senza guardare l’orologio e senza alcun incentivo economico.
Non sono mai stata assenteista, neppure quando è nato mio figlio o mio padre era molto malato.
I miei genitori mi hanno inculcato (purtroppo?) un forte senso del dovere e di responsabilità.
Nonostante ciò, sono stata messa nel “calderone” degli Statali fannulloni.
Pazienza.
15 anni fa avrei potuto andare in pensione, come in effetti hanno fatto molte mie amiche e compagne di classe ai tempi delle magistrali. Io ho scelto di restare al mio posto ad insegnare: ritenevo ingiusta quella norma, e lo sostenni anche in una riunione sindacale, tirandomi addosso le critiche dei sindacalisti che allora sostenevano che così facendo si sarebbero create nuove possibilità di lavoro per i giovani.
Ma a 40 anni, nel pieno delle forze, dell’entusiasmo, e con un buon bagaglio di esperienze maturate in 20 anni di insegnamento, ritenevo profondamente sbagliato andare in pensione.
Salvo il fatto che, con le ultime, seppur doverose, riforme pensionistiche, ho visto via via allontanarsi la mia possibile finestra di uscita.
Mi ero messa il cuore in pace, tanto che quest’anno, ricominciando un nuovo ciclo con la prima elementare, ho sbandierato ai genitori che sarebbero stati i miei ultimi 5 anni di onorata carriera: li porto in quinta e ho finito! 2013, 60 anni di età, 40 anni e 8 mesi di lavoro = Pensione!.
Invece pare che adesso quanto ho fatto non basti ancora, e che potrei dover aspettare fino al 2018! E chi come me, forse non saremo in tante ma qualcuno c’è, nata nel 1953 , è entrata in ruolo a 20 anni, nel 2018 avrà sicuramente 65 anni di età, ma anche 45 anni abbondanti di lavoro con i bambini!
La mia maggiore preoccupazione è pensare di dover ricominciare a 60 anni con una classe prima, magari di 25 alunni, e di doverli portare fino in quinta.
E’ vero che amo ancora il mio lavoro, ma le forze e le energie umane non sono rinnovabili!
Attendo con ansia di capirne di più, ma oggi l’amarezza è tanta.
Chi in passato ha compiuto una scelta di responsabilità, rischia di pagarla duramente a fine carriera.
Anche da questo punto di vista lo Stato non mi sembra un grande datore di lavoro…
Augurandomi che i timori di oggi non diventino certezze a breve, porgo i più cordiali saluti.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Marzo 2009
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