Raimondi: « Il sindaco non si sarebbe dimesso se a criticare fosse stato il Pdl»

Il consigliere leghista che ha provocato le dimissioni di Farioli parla dalla sua gelateria su quanto accaduto in questi giorni: «Volevo solo dare la sveglia ai miei e agli alleati»

«Se le mie parole le avesse dette qualcuno del Pdl non sarebbe saltato fuori tutto questo putiferio. Il sindaco ha reagito in maniera sproporzionata». Risponde così il consigliere comunale Antonio Raimondi (nella foto a sinistra nella sua gelateria di via Trentino) a due giorni di distanza dal consiglio comunale di fuoco che, dopo il suo intervento sul bilancio, ha visto dimettersi il sindaco Gigi Farioli, a chi gli chiede il perchè del suo intervento: «L’ho già detto – continua – la mia voleva essere solo una sveglia all’amministrazione tutta, compresi gli assessori della Lega». Il riuferimento è all’assessorato ai lavori pubblici, guidato dal leghista Franco Girola, messo nel calderone dei "cattivi" da Raimondi. Intanto ieri sera, mercoledì 19 marzo, lo stato maggiore della Lega bustocca si è ritrovato per fare il punto dopo le dimissioni di Farioli: «Il mio partito ha preso le distanze ufficialmente dalle mie dichiarazioni – ha detto Raimondi – ma più volte, durante il mio intervento, ho specificato che le mie critiche erano a carattere personale». Alla domanda se i compagni di partito si sono ritrovati nelle sue parole Raimondi risponde: «La maggior parte erano stupiti – racconta – ma alcuni erano d’accordo con me. Poi basta sentire la gente cosa dice, l’amministrazione non sta facendo una bellissima figura». In molti in questi giorni sono passati dalla sua gelateria per fargli i cmolimenti ed esprimergli la solidarietà.
Dopo "la notte dei lunghi coltelli", però, Farioli e Raimondi non si sono più parlati: «Non ho avuto occasione di parlare col sindaco ma sono a disposizione se vorrà parlare con me», Raimondi lancia un ramoscello d’ulivo e conferma la sua fiducia nel sindaco e nell’attuale maggioranza: «Certo che la confermo altrimenti avrei votato contro – continua l’esponente leghista – se la maggioranza mi vorrà ancora io ci sarò. Ma è chiaro che qualcosa deve cambiare. Io le mie critiche le ho fatte e sono giuste a partire dall’immobilismo della macchina comunale fino all’addizionale Irpef». Il cono al veleno del consigliere gelataio potrebbe trasformarsi, dunque, in qualcosa di più digeribile se il sindaco vorrà continuare: «Spero che il sindaco sappia ascoltare quello che la gente chiede a me ogni giorno – aggiunge il consigliere – meno opere faraoniche e più normale amminsitrazione in questo momento di crisi. Sognare è lecito ma guardare con occhi attenti la realtà è imprescindibile».

Già ma in ballo resta sempre lo spettro di Accam e il dubbio che l’uscita di Raimondi sia ancora collegata ai posti che la Lega reclama in consiglio di amministrazione della società: «Al voto su Accam non ho partecipato perchè stavo male davvero – tornando al famoso sgambetto leghista nel penultimo consiglio, votando contro l’allungamento della convenzione – ma non nego che se ci fossi stato non so se avrei votato a favore. La Lega reclama una posizione di maggior prestigio in Accam». I nodi da sciogliere ci sono e in vista c’è una verifica della tenuta di questa maggioranza partendo dal programma fino ad arrivare alle questioni "di potere" prima che questa crisi si chiuda.

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Pubblicato il 19 Marzo 2009
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