«Castrazione chimica, mille firme in due mezze giornate»

Il vice coordinatore dei Giovani Padani, Daniela Restelli, risponde a un recente articolo del Partito democratico pubblicato su “In piazza”

riceviamo e pubblichiamo

“Ragionare e conoscere i fatti per parlare”: ecco il sottotitolo all’articolo in seconda pagina del giornale elettorale del PD datato 28/03/’09. Non mi spiego come mai allora il discorso parta da una falsità: la proposta di legge della Lega Nord sulla castrazione chimica e l’inasprimento delle pene per gli stupratori non contempla in alcun modo la differenza tra stupratore straniero, stupratore italiano e stupratore padano: si riferisce a tutti i casi di stupri a danno delle donne, indipendentemente dalla nazionalità del colpevole. Non importa venire a conoscenza di dati statistici che giungono da ogni parte, condiscono abbondantemente ogni argomentazione e vengono, a quanto pare, interpretati a piacere: importa solo sapere che i casi di stupro si verificano anche a Sarònn: un anno fa una studentessa americana è stata stuprata nei pressi della stazione della nostra città.

 
Questo basta alla Lega saronnese per cogliere il disagio, anche civile, delle cittadine e dei cittadini saronnesi suscitato da un fatto così grave. E ancora una volta la Lega non sbaglia ad interpretare il sentimento popolare (e non può sbagliare semplicemente perché è tra la gente): ha raccolto in sole 2 mezze giornate 1000 firme, che aumentano giorno dopo giorno; continua ad essere sempre dalla parte del popolo onesto, della gente di sani principi e quindi delle donne saronnesi, che hanno tutto il diritto e le ragioni di manifestare la propria preoccupazione e il proprio dissenso verso trattamenti che ritengono minare la loro dignità e la loro incolumità. La Lega non si permette di considerare queste segnalazioni “prese di posizione enfatiche e immotivate”, dà loro voce, ascolto e propone soluzioni concrete: la Provincia di Varese governata dalla Lega ha come priorità non la raccolta annuale, semestrale, giornaliera di dati statistici che offrano argomenti di cincischio, ma l’attuazione di misure (come la proposta di legge in questione) che frenino, disincentivino, fino a debellarla, una piaga a danno delle donne e della stessa società civile, che è già constatata essere largamente presente nelle nostre città.
 
Concludo affermando fieramente di essere tra quelle donne che hanno firmato a favore della proposta di legge leghista e non ritengo in alcun modo probabile che questa soluzione verrà rivolta contro il moroso, i vicini di casa, l’amico di una vita, il collega di università, perché non li reputo potenziali stupratori. Ma se tali dovessero rivelarsi avranno la giusta “ricompensa” educativa e punitiva. Le battute offendono una donna, la violenza la distrugge. E questa pratica animalesca deve finire, come la politica dal fiato talmente lungo che è in apnea perenne: di tutto ciò, io donna, rifiuto di essere vittima.

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Pubblicato il 15 Aprile 2009
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