Lavoro nero e immigrazione clandestina in un laboratorio tessile cinese
Riscontrate molte violazioni. Lavoravano in nero 10 persone, una delle quali clandestina: due le denunce e una multa di oltre 40 mila euro
Lavoro nero e immigrazione clandestina in un laboratorio tessile cinese a Gallarate. Al termine dell’operazione congiunta del personale della Polizia di Stato del commissariato di Gallarate, del comando di Polizia Locale di Gallarate, della Direzione Provinciale del Lavoro, del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Varese e dell’ASL di Varese (Unità Operativa Territoriale di Cardano al Campo) sono state denunciate due persone, uno per immigrazione clandestina e l’altra per sfruttamento dell’immigrazione clandestina.
I fatti – Nella notte tra l’8 ed il 9 aprile, nell’ambito di un’attività mirata alla lotta contro l’immigrazione clandestina e il lavoro nero, preceduto da una fase di intelligence sviluppatasi anche mediante appostamenti e pedinamenti, è stata effettuato un intervento integrato in un laboratorio tessile di Gallarate gestito da cittadini della Repubblica Popolare Cinese, operativo da circa un mese e proveniente da una provincia limitrofa. Agli uomini delle forze dell’ordine era stata segnalata la presenza, anche di notte, di numerosi orientali che andavano e venivano dallo stabile.
Durante l’intervento sono stati sorpresi 11 cittadini cinesi intenti a svolgere l’attività produttiva, 10 dei quali impiegati “in nero”, e uno clandestino. Sono state molteplici le irregolarità riscontrate, specie con riferimento al mancato rispetto della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale, nonché a quella di prevenzione infortuni. Il personale della Direzione Provinciale del Lavoro e del Nucleo Carabinieri per la tutela del Lavoro ha disposto la sospensione dell’attività imprenditoriale (ai sensi dell’art.14 del Decreto Legislativo 81/08) per la presenza di lavoratori in nero in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori occupati (nella fattispecie ben il 90%); le sanzioni amministrative corrispondono ad un importo di circa 40.000 euro, oltre alla contestazione per evasioni contributive Inps e premi Inail.
I funzionari dell’Asl hanno invece accertato violazioni della normativa sulla sicurezza e l’igiene dei posti di lavoro, riservandosi di adottare gli ulteriori provvedimenti di competenza. Il lavoratore cinese risultato clandestino, già espulso ed inottemperante ad un ordine del questore di lasciare il territorio nazionale e già sanzionato per tale violazione, verrà denunciato dalla Polizia alla Procura della Repubblica per la mancata esibizione dei documenti; la titolare della ditta verrà deferita all’autorità giudiziaria per il reato di impiego di manodopera clandestina. Ulteriori interventi simili verranno ripetuti in tutta la provincia per contrastare ulteriormente il fenomeno dell’immigrazione clandestina e dello sfruttamento dei lavoratori stranieri.
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