Abusi a una disabile, condannato il suo accompagnatore

Lui l'aiutava a fare il viaggio in treno ma commise atti di violenza sessuale nei bagni della stazione

Tradire la fiducia è sempre brutto, abusare di chi è più debole, ancora peggio. Ma l’uomo condannato oggi dal gup di Varese ha fatto, secondo il tribunale,  entrambe le cose, con contorni squallidi e senza attenuanti.  
Si tratta di un volontario residente della zona di Gavirate Besozzo, 56 anni, attualmente disoccupato, che  accompagnava una disabile psichica a scuola facendo insieme a lei il viaggio in treno. E’ stato condannato dal tribunale di Varese per violenza sessuale. Con la scusa di aiutarla  era entrato con lei in un bagno della stazione nord di Varese, e le aveva toccato le parti intime. Un episodio che ha creato alla ragazza uno choc. Lei aveva raccontato tutto, e il volontario era finito sotto inchiesta, accusato di violenza sessuale anche per altri episodi. La 17enne ha infatti raccontato di essere stata oggetto delle attenzioni dell’uomo dal settembre del 2006 fino al giugno del 2007. Il gup Giuseppe Fazio ha deciso per 4 anni e 6 mesi di carcere per l’imputato. Durante l’indagine, l’uomo aveva parzialmente ammesso di avere sfiorato la ragazza ma si era giustificato spiegando che c’era stato un malinteso. Forse non si era reso conto della gravità dei suoi gesti, a voler essere ultra garantisti, ma il tribunale ha invece dato una interpretazione molto grave alle vicenda: non gli sono state riconosciute le attenuati, nemmeno quelle generiche in considerazione del fatto che è incensurato. Durante la fase di indagine era stato disposto un incidente probatorio, nel quale un perito aveva concluso che  la giovane, pur avendo delle difficoltà cognitive, poteva essere considerata credibile. La sua testimonianza è stata infatti decisiva per ascrivere all’uomo la violenza sessuale. Alla vittima, che si costituita parte civile, andrà anche un risarcimento pari a 50mila euro, a fronte di una richiesta iniziale di 100 mila euro. L’accusa è stata sostenuta dal pm Sara Pozzetti. Ma la difesa, avvocato Elisabetta Brusa, farà ricorso in appello. Non è la prima volta che volontari dediti alla cura degli altri escono dai binari della correttezza e finiscono in tribunale per reti di natura spronale. L’ultimo caso è quello di un volontario di una onlus nell’ospedale di Tradate, condannato per aver toccato un bambino.

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Pubblicato il 21 Maggio 2009
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