Gli azzurri della marcia ospiti della pista di Sacconago

Antonio La Torre, tecnico dell'olimpionico di Atene 2004 Ivano Brugnetti, è fra i tecnici che stanno seguendo gli atleti impegnati in questi giorni nell'impianto bustese sotto la guida del commissario tecnico Visini

«L’impianto è davvero bello. Qui a Busto ci troviamo molto bene, l’accoglienza è stata ottima e anche la sistemazione alle Robinie è molto gradita agli atleti». Antonio La Torre, allenatore dell’olimpionico di marcia Ivano Brugnetti, si guarda intorno soddisfatto. Lo abbiamo incontrato quasi per caso, ma è in buona compagnia: in questi giorni, e fino a venerdì, la nazionale di questa durissima specialità, guidata dal commissario tecnico Vittorio Visini, è ospite dello stadio di atletica di Sacconago. Manca però l’olimpionico di Pechino sulla 50 km, Alex Schwazer, pupillo di Sandro Damilano – chi è rimasto sveglio a vederlo vincere in terra cinese non se ne dimenticherà più finchè campa.
Fa una strana sensazione a chi non è abituato alle piste calcare questo terreno così elastico, che invita alla performance. E nella marcia, dare il massimo… è il minimo. In pista girano atleti con un’inquietante maschera sul viso (vedi foto): non stanno protestando contro l’inquinamento atmosferico nè preparandosi alla guerra chimica, ma indossano degli spirometri collegati a monitor remoti. Scienza e tecnoclogia applicate alla prestazione. Tot fiato, tot battiti, tot passi, tot risultato.

La Torre ha cresciuto un campione che non ha bisogno di presentazioni. «Diamante puro» lo definisce. E lo conosce bene: «l’ho cresciuto da quando aveva otto anni» ricorda. Tutta "colpa", dice, del fratello Luigi che Ivano seguiva al campo di allenamento. Dagli sfottò a prenderne il posto in pista il passo è stato breve. Milioni di altri ne sono stati poi macinati, fino a tagliare il traguardo dell’oro olimpico di Atene 2004. «Quello di Ivano è un talento naturale assoluto, una predisposizione a questo esercizio», che non è naturale come può esserlo la corsa, ma va educato tecnicamente. E affinato con un allenamento massacrante: «Da solo il talento non basta, l’allenmatore deve saper valutare quanto serve ad ogni atleta per dare il meglio». Brugnetti, che già da un paio d’anni si allena qui a Busto, percorre ogni settimana da 120 a 150 chilometri, parola del suo tecnico. E la sua specialità sarebbe quella "facile", la 20 chilometri. Provate a camminarli a tutta, un piede avanti l’altro, ancheggiando sghembi, ginocchio teso, con i polmoni che chiedono pietà e le gambe che urlano, il corpo che si ribella. Lui ci riesce come pochi altri. Non è superfluo ricordare che sulla distanza impiega decisamente meno tempo lui marciando di quanto ci metterebbe la gran parte degli amatori della domenica correndo.
«Ci sono atleti con caratteristiche diverse» spiega La Torre, "scienziato" della preparazione, osservando con occhio esperto i marciatori all’opera in pista. «Alex Schwazer è più un diesel, anzi un turbodiesel direi, lui fa la 50 km, è vero» (Brugnetti vinse il mondiale della gara "regina" della marcia nel 1999, poi optò per la distanza più breve), «ed è arrivato a fare circa mille chilometri al mese. Ivano si allena di più sulla qualità, la sua chiave è la potenza. È un atleta che ama il caldo e rende bene in quelle condizioni»: l’estate non lo spaventa, anzi.
La marcia italiana, in generale, gode di ottima considerazione. «A Pechino» dice il tecnico «ci siamo sentiti la "Giamaica" della specialità. L’oro di Schwazer e il bronzo della Rigaudo nella 20 km parlano chiaro». E nemmeno il quinto posto di Ivano Brugnetti nella 20 km, per quanto abdicazione al titolo vinto ad Atene, è stato poi male. «Per tradizione, subito dopo la Russia ci siamo noi, poi anche la Spagna si fa rispettare. Tolti fenomeni individuali come è stato un Robert Korzeniowki, polacco, le nazioni più forti sono queste. In prospettiva poi c’è la Cina: hanno un serbatoio umano inesauribile» riassume La Torre. Gli obiettivi di Brugnetti & Co.? «Prossimo appuntamento è la Coppa Europa a Metz, in Francia. A giugno, i giochi del Mediterraneo a Pescara. Ma soprattutto i Mondiali di atletica Berlino, in agosto». Passo dopo passo, la strada è segnata.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Maggio 2009
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