La grande boxe al cinema passa da Varese
A due mesi dai mondiali e dopo i recenti successi della Ester Production, che ha cooprodotto il bel “In fuga dal call center”, iniziate le riprese per il documentario-cinematografico che prevede riprese in tutta Italia
La nuova avventura cinematografica della casa di produzione di Cardano al Campo guarda alla boxe internazionale, nell’anno dei mondiali a Milano. Dopo aver cooprodotto il bel film sul lavoro precario, In fuga dal call center, apprezzato da gran parte della critica ed anche dal pubblico, la Ester Productions, attraverso la dinamica Gabriella Pedranti, si lancia nel mondo del documentario con “taglio cinematografico”, genere tornato particolarmente di moda negli ultimi anni, soprattutto al cinema.
Sono infatti iniziate martedì 23 giugno le prime riprese sul ring del Panthers Lauri Boxing di Varese. La regia è affidata a Daniele Azzola (al centro nella foto), che ha già diretto diversi lavori per la casa di produzione e che sono stati trasmessi da Bonsai tv oppure lo spot nazionale della nuova Bibbia distribuita da Famiglia cristiana.
La troupe della Ester sarà impegnata nelle prossime settimane nelle palestre di pugilato di tutta Italia. Prima tappa Varese, presso la blasonata palestra di Augusto Lauri, che ha visto crescere campioni di livello mondiale, a cominciare dai figli Beppe e Tony. Le riprese sono poi previste a Milano, Roma, Perugia, Forlì, Ferrara: «Si raccoglieranno testimonianze non solo di pugili professionisti affermati e detentori di titoli europei e mondiali, uomini e donne, ma anche di dilettanti, allenatori, cutman e figure che girano a vario titolo fuori dalle corde – spiegano dalla Ester -. Il documentario di Azzola, che vedrà la collaborazione di Giorgio Ganzerli e Alessandro Leone, si propone di superare i cliché televisivi legati alla rappresentazione della boxe, per tagliare in profondità l’universo pugilistico, mettendone in risalto concetti chiave quali sacrificio, disciplina, sfida, rispetto per l’avversario: un’esplorazione dietro le quinte, gli allenamenti, le fatiche, ma anche le aspettative, le speranze e i sogni dei dilettanti, che nascono e si alimentano sulle storie mitiche di pugili già affermati, con un occhio alla letteratura. Boxe e vita per scoprire che i pugni non sono sempre violenza fine a se stessa, ma opportunità di crescita e maturazione individuale».
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