Rosati scuote il Varese: “Senza aiuti non ci iscriviamo alla C1”

Nuovo accorato appello del presidente biancorosso dopo l'ennesima riunione per fare il punto sulla società. «Non è bastato vincere un campionato per trovare finanziamenti: il mio gruppo non può accollarsi tutte le spese»

«Allo stato attuale delle cose, iscrivere il Varese alla C1 non ha senso. Non abbiamo risorse sufficienti, e iscrivere una squadra che ha copertura finanziaria per pochi mesi ritengo non sia serio». Il presidente del club biancorosso, Antonio Rosati, è costretto a mettere in chiaro tutti i problemi che rischiano di far spegnere tutti gli entusiasmi che hanno circondato la recente promozione della squadra di calcio del capoluogo.

Rosati parla con calma, ma pure con una certa amarezza della situazione corrente e lo fa dopo la riunione tenuta ieri sera a Milano con l’amministratore delegato Montemurro, il direttore sportivo Sogliano e pochi altri. «Abbiamo analizzato un’altra volta i conti, anche se conoscevamo già le risposte. Fare la serie C1, anche con una squadra giovanissima, senza fuoriclasse e con atleti dagli stipendi minimi per la categoria, ci costerebbe comunque di più di questa stagione vincente trascorsa in Seconda Divisione. Mi dispiace, ma io e il mio gruppo abbiamo già fatto uno sforzo eccezionale nei mesi scorsi ma, come tutti hanno potuto vedere, non abbiamo avuto alcun supporto dalla città e dai suoi imprenditori. Non mi posso permettere un’altra stagione del genere, anche se assicuro che le spese di questa gestione saranno saldate completamente nei prossimi giorni».
Il numero uno della società biancorossa non fa cifre, ma la gestione della prima squadra in Prima Divisione costa almeno 120mila euro al mese solo per le spese correnti, tra stipendi ai giocatori, trasferte, campi da allenamento. A ciò andrebbero poi aggiunte tutte le altre uscite, tanto che il budget necessario per l’intera stagione può essere conteggiato in circa due milioni e mezzo di euro. Troppo per un solo finanziatore.

Il presidente, spiace dirlo, non ha torto. Giunto in primavera senza uno sponsor principale ha cucito sulle casacche di Lepore e compagni (nella foto a lato) i marchi che fanno capo al suo gruppo industriale (HdC, Omg, Queen Yacht) e che già circondavano il rettangolo di gioco sui rotori e sui cartelloni. Per il resto, a parte qualche contributo come quello garantito da Claudio Milanese, il deserto. «Non so più cosa dire: se non basta vincere un campionato praticamente da soli per muovere qualche investitore, significa che Varese e il suo territorio non sono disposti ad avere un calcio di vertice. Sono costretto a prenderne atto».
Dal versante dei politici, che nelle giornate della promozione non avevano mancato di presenziare allo stadio, sono arrivati interessamenti, ma nessuna risposta concreta. «Parole ne ho sentite molte, ma purtroppo con quelle non paghiamo i conti – chiosa Rosati – Non è mancato l’interesse da parte dei politici, sono mancati i risultati tangibili. Ora aspettiamo una decina di giorni e cerchiamo di capire se qualcuno ha intenzione di supportarci, o come socio o come sponsor. Però, in questo momento, non posso proprio essere ottimista».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Giugno 2009
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