Ex-Mostra del tessile, Langè all’attacco di Caldiroli

L'ex-assessore al bilancio entra nel dibattito su p.g.t. e urbanistica togliendosi i suoi "sassolini dalle scarpe" e accusando l'assessore all'urbanistica di pilotare i progetti dei privati




L’ex-assessore al bilancio Tiziano Langè scrive una lettera aperta a Vittorio Caldiroli, assessore al territorio del Comune di Castellanza in merito alle dichiarazioni rilasciate sulla possibilità di costruire grattacieli nell’area dell’ex-Mostra del Tessile.

Insaziabile nostalgico. L’Assessore Caldiroli non perde una battuta per andare in scena con proclami, considerazioni, smentite e altro, mettendoci sempre del suo a volte esagerando a volte vaneggiando sapendo forse – o inconsciamente di alimentare la disinformazione. Così anche il cittadino qualunque molte volte non può passare sopra ai contenuti delle sue interviste, ironiche ma quasi sarcastiche, sempre con una buona dose di ballon d’essai. A conferma di quanto detto ora la Prealpina di martedì 5 maggio a pagina 11 “ex Mostra, nessuna alternativa al degrado”. C’era una volta negli anni  2007-2008 un Assessore alquanto intraprendente che voleva ricreare al posto dei boschi e dei fabbricati fatiscenti (quelli della nonna di Cappuccetto Rosso), una citta’ tutta nuova con nuovi e tanti insediamenti abitativi, negozi, terziario, alberghi, isole verdi, un medio supermercato, nuova viabilità, rotonde ed altre infinite furbate per un sogno grandioso che immancabilmente il “cacciatore di turno” gli manda all’aria per salvare la nonna finita nella pancia del lupo.

Mai come in questi casi calza a pennello il detto: non vender la pelle del lupo prima d’averlo steso. Del resto se nessuno si fa avanti con concrete proposte creative secondo le intenzioni di Vittorio, lui stesso si occupa e preoccupa di mettere assieme tutti gli ingredienti affinché la torta possa riuscire col buco e far contenta la nonna. Per la ex mostra quindi perché non pensare ad un grandioso edificio, bello, alto, con due torri, costruito con materiali nobili e di pregio (testuali sue parole come tante altre che seguiranno) con magari due rampe ben sagomate e con incastonata al centro una splendida concessionaria d’auto? Il concessionario non c’è? Niente paura lo cerca e lo contatta il buon Vittorio e lo mette poi nelle mani dell’architetto per proseguire l’iter attuativo. Che fortuna farebbe se aprisse un’ Agenzia matrimoniale! E sì perché di queste unioni esplorative a fin di bene lui ne ha già impostate altre, tutte ben orchestrate, tutte per lo scopo detto prima: ricreare una città nuova. Si stavano per sposare infatti i Soci da lui trovati per la sistemazione dell’ex centrale Enel; convivono già assieme le coppie per l’ex Esselunga, hanno qualche problema d’incompatibilità caratteriale i camerati per la “Madonnina”; stanno partendo in viaggio di nozze le parti in causa per piazza Paolo VI (forse), mentre i Padri Camilliani non si sposeranno mai ma trattano affari e tu Vittorio lo sai bene avendo Prelati nel Casato.

A questo punto la domanda più logica è: rientra nei precipui compiti dell’Assessore ricercare, plasmare e metter insieme più soggetti per poi dire che dei privati mi hanno chiesto di realizzare opere e non si può dire di no? Ridimensionando magari le due torri ad una per rimangiarti il tuo: “nessuna cementificazione residenziale… su questo saremo irremovibili”! Von Papen ha telegrafato a Berlino dicendo di non dare troppa importanza a questi discorsi. Gira da tempo, ad ogni modo, una denuncia da depositare alla Procura della Repubblica perché la questione Mostra del Tessile, nasce con Malpensafiere e molti non avevano gradito il sistema di reperimento delle aeree, la “scelta” delle Società CIC e SIEV all’epoca inquisite, il contratto aggiuntivo, la nomina del collaudatore, (collaudo avvenuto prima del termine dei lavori!) l’ingerenza della CCIAA e di Promovarese nonché l’acquisto di euro 51.645,00 per quote societarie con grosso sovrapprezzo date le perdite in atto ai tempi. L’ex Mostra dal valore approssimativo di 3-4 miliardi del vecchio conio, passò di mano per compensare i 13-14 miliardi mancanti all’appello al termine dei lavori di Malpensafiere.

Effettivamente, caro Vittorio per quadrare i conti cosa bisognerebbe costruire oggi? Almeno due piramidi dell’epoca sfinge compresa! Se tu l’avessi spiegato bene molti avrebbero ben compreso. Vittorio tu questi fatti li conosci bene, ma imperterrito cerchi sempre l’incantesimo del cobra (magari giocando di sponda con qualche tuo e solo tuo amico di Partito) pur di realizzare chissà quale cosa. Tali comportamenti ed il ricorso ripetuto a personaggi “già andati a premio” sia per questo progetto che per il concorso a premi “W l’Ecoparco” ingenerano dei sospetti probabilmente infondati ma che per i più possono invece essere azzeccati. Vittorio dopo che mi sarò definitivamente scosso la polvere di Palazzo Brambilla dalle scarpe – che contengono ancora qualche sassolino – me ne andrò lontano dalla politica, da quella che porti avanti ormai con pochi adepti; l’importante è che tu la smetta di raccontare favole e frottole e tenga a debita distanza le mani dalla nostra cara Castellanza, che tutto si merita ma non queste belle iniziative. Con affetto il tuo ex collega Tiziano Langè, collega che tu hai difeso sino alla morte quando fu allontanato per ingiusta causa, ma per sua fortuna, dai tuoi amici “covo di serpi”, come tu li avevi apostrofati, quindi…cosa ti attendevi anche da me?

Buona fortuna Vittorio.

Tiziano Langè




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Pubblicato il 20 Luglio 2009
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