Quando la gita diventa tragedia: le regole da ricordare

Dopo il grave incidente in cui ha perso la vita un 47enne di Brebbia il soccorso alpino ritorna sugli accorgimenti per un'escursione in sicurezza: "In caso di problemi non esitare a chiamare il 118"

«Le nostre valli sono complicate. Il verde e le piante, rendono difficile prestare soccorso». All’indomani del grave incidente di montagna in cui ha perso la vita Pietro Molinaro il soccorso alpino, che per tutta la giornata è stato impegnato nelle ricerche e nel recupero del corpo, ritorna sulle regole da non sottovalutare quando si sceglie di fare un’escursione nelle valli del territorio varesino. «L’incidente di ieri – spiegano i soccorritori – è stato drammatico. Il recupero della salma è stata un’operazione molto complessa: abbiamo richiesto infatti l’intervento di un elicottero, in questo caso della Rega (elisoccorso del Canton Ticino, ndr). È proprio la struttura fisica di questo territorio a rendere complessi gli interventi di soccorso». 

Pochi giorni fa, a portare in salvo un uomo che si era perso nei boschi della val Dumentina, sono stati il telefono cellulare e una pila. Bastano questi strumenti a dare sicurezza? «No, contare sul telefono cellulare è un grosso errore. Nei nostri boschi ci sono ancora molte zone scoperte e non dobbiamo dimenticare che, in caso di incidente, potremmo trovarci nell’impossibilità di usare il telefono. La pila invece è uno strumento molto importante». Avere un’attrezzatura adeguata e controllare prima il percorso e le condizioni meteorologiche sono delle precauzioni molto importanti, qualunque sia la causa che ci porta lungo un sentiero. «A differenza di chi va in montagna per raggiungere una determinata meta, chi cerca i funghi non studia un percorso prima di partire, il sentiero si costruisce strada facendo. Questo comportamento aumenta notevolmente il rischio. Consigliamo dunque di non andare mai da soli e di dire sempre ai famigliari dove si è diretti e a che ora si pensa di fare ritorno. Una volta c’era un’abitudine molto importante che dovrebbe essere seguita anche oggi. Si lasciava un biglietto sulla macchina con scritto la posizione approssimativa, per esempio: “Sono sul Monte Lema”. Questo accorgimento permetteva di risparmiare molto tempo nelle ricerche. Fondamentali sono inoltre le calzature. Servono degli scarponcini con una suola adatta al terreno». Il soccorso alpino si rivolge infine ai famigliari: «In caso di ritardo nel rientro non esitate a contattarci. A volte il tempo perso prima di avviare le ricerche può essere decisivo. Il numero da chiamare in questi casi è il 118, anche quando la persona dispersa è illesa. La chiamata permette di avviare una procedura chiamata protocollo ricerca dispersi che attiva soccorso alpino, protezione civile o i vigili del fuoco».

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Soccorso alpino a Indemini 4 di 11
Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Agosto 2009
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