Scambia la frutta e truffa il fisco per un milione di franchi
L'autore dell'inganno è un commerciante ticinese. La sezione antifrode svizzera sta indagando anche su un'azienda italiana con sede a Bergamo
Una truffa da un milione di franchi costruita sul commercio di pesche e pomodori. È quella sventata dalla Sezione antifrode doganale della Direzione delle dogane di Lugano. Un commerciante ticinese che si occupava di importazione di frutta e verdura è riuscito a eludere il fisco svizzero con false fatture e carichi nascosti. In questo modo è riuscito a evitare i tributi doganali per un importo di oltre un milione di franchi. In questa operazione è stata coinvolta anche una ditta italiana con sede a Bergamo che è stata perquisita dalle forze dell’ordine. Si tratta di un’impresa che si occupa di assistenza giudiziaria in materia penale.
La Sezione antifrode ha proceduto quindi alla perquisizione della ditta con il sequestro di numerosi documenti cartacei e dati informatici. Nelle indagini è stata chiesta anche l’assistenza giudiziaria in Italia. Furono successivamente perquisiti i locali dell’esportatore e sequestrata ulteriore documentazione da parte della Guardia di Finanza.
Il meccanismo della truffa è stato ricostruito anche grazie ai documenti in possesso degli inquirenti: quando su alcuni prodotti ortofrutticoli gravava un dazio da pagare elevatissimo il commerciante li faceva figurare nella fattura come frutta che sottostà ad un dazio esiguo. Registrava per esempio le pesche con un dazio di 4 franchi al quintale mentre nel camion si trovavano pomodori cherry per i quali si applica un dazio di 731 franchi al quintale.
Così facendo, il commerciante nel lasso di tempo tra il 2003 ed il 2006, ha truffato la dogana di oltre un milione di franchi.
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