“Come l’aceto sulle fragole”: un incontro insolito per le politiche giovanili
Venerdì a convegno a Corgeno assessori, consiglieri, tecnici ed educatori. Al centro il progetto italo-svizzero ChiaVe
“Come l’aceto sulle fragole, condivisione sul senso delle politiche giovanili”: con questa curiosa presentazione si è tenuto nella mattinata di oggi, 20 novembre, il convegno tra amministratori ed educatori presso il C.A.G., Centro di Aggregazione Giovanile di Corgeno. La dottoressa Luisa Di Matteo, dei Servizi Sociali di Vergiate, ha spiegato: “Con questo titolo abbiamo espresso la speranza che da un incontro tra soggetti così diversi si possa arrivare a risultati inaspettati e gustosi”.
Al Centro si sono ritrovati assessori, consiglieri e tecnici comunali, insieme agli educatori di strada della cooperativa L’Aquilone e a operatori sociali di Vergiate, Sesto Calende, Chiasso. Argomento del convegno: le politiche giovanili e il progetto italo-svizzero ChiaVe. “Il C.A.G. di Corgeno da 15 anni si occupa di ragazzi e giovani, e, dal febbraio di quest’anno, siamo coinvolti in questo nuovo progetto di prevenzione del disagio giovanile, per il quale sentiamo la necessità di definire gli scopi comuni. La chiarezza del mandato è fondamentale per noi educatori – ha affermato la dottoressa Di Matteo – le persone presenti al convegno devono ragionare su questo”. Oltre all’intervento di Giorgio Prada, pedagogista, formatore e collaboratore dell’Università Milano Bicocca, sono stati organizzati durante la mattinata dei laboratori, condotti da 2 educatori e uno psicologo, per favorire il coinvolgimento dei partecipanti.
Il progetto ChiaVe ha ottenuto i finanziamenti previsti dall’iniziativa Interreg, voluta dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). “Non era facile senza appoggi – commenta Di Matteo – ma la qualità del progetto, fatto in casa dall’equipe degli educatori di strada, è stata riconosciuta”. Lo scopo era incrementare le azioni già in atto per “andare incontro ai ragazzi dove si trovano”. Queste le azioni del progetto: promozione di eventi per i giovani; incremento dell’educativa di strada; interventi specifici per le ragazze (meno raggiungibili dei coetanei) e per i giovani stranieri; percorsi di formazione per educatori “grezzi” (allenatori, baristi, catechisti…) e operatori sociali; attivazione di un centro di aggregazione a Sesto Calende; accompagnamento al lavoro dei giovani più fragili. Quest’ultimo punto prevede una borsa-lavoro di 4-6 mesi, durante i quali i ragazzi fanno un praticantato retribuito dal progetto e sono affiancati da un tutor. È un approccio molto diffuso in Svizzera e che evita l’assistenzialismo. Una novità inoltre è rappresentata dall’uso del Web 2.0: “I social network sono nuovi strumenti del web che non vanno demonizzati, ma usati insieme ai ragazzi”. Che verranno avvicinati ormai non solo sulle piazze pubbliche, ma anche su quelle virtuali.
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