Quattro anni di indagine inchiodarono il sistema

Sono passati nove mesi dall'operazione che il 23 aprile sgominò la cosca. Molti degli arrestati risiedevano tra Lonate e Ferno. Il presunto capo è stato, invece, liberato

Sono già passati nove mesi da quel 23 aprile, quando una maxi-operazione coordinata dalla Dda di Milano e realizzata dai Carabinieri di Varese strinse un cappio attorno alla locale di ‘ndrangheta "Legnano-Lonate Pozzolo" che da anni prosperava economicamente e uccideva senza nemmeno il bisogno di nascondersi: emblematico il caso dell’omicidio di Cataldo Murano, freddato da un sicario all’interno di un bar davanti agli avventori e davanti alle telecamere di sicurezza.

L’organizzazione aveva stretto nella sua morsa una importante fetta del territorio provinciale e l’operazione che aveva portato all’arresto di 39 persone ne fu la prova. La cosca poneva la propria base in Lombardia, tra il Milanese e il Varesotto, nella zona tra Busto Arsizio, Lonate Pozzolo, Legnano e Gallarate. L’organizzazione criminale aveva radici profonde nel tessuto produttivo del Nord estorcendo denaro a diverse decine di imprese commerciali, edili e immobiliari. La banda aveva creato una vera e propria "locale", che nel gergo criminale delle ‘ndrine equivale ad una base operativa così come ne esistono molte in Calabria. Quella del Varesotto è stata denominata «Locale di Legnano – Lonate Pozzolo».

Le indagini sono iniziate nel 2005, all’associazione sarebbero riconducibili un tentato omicidio (a Busto Arsizio ai danni di Barbara Viadana), estorsioni contro numerose imprese tra Varese e Legnano, rapine, incendi, e diversi episodi di usura e di riciclaggio. L’operazione dei carabinieri ha interessato in particolare le città di Lonate Pozzolo, Busto Arsizio, Gallarate, Malpensa e Legnano, ma alcuni arresti sono stati eseguiti anche nel Novarese, nella provincia di Forlì-Cesena, a Roma, nel Casertano, nel Potentino e nel Crotonese.

Capo dell’organizzazione è stato individuato Vincenzo Rispoli, nato nel 1962 a Cirò Marina e
residente a Legnano, nipote di Giuseppe Farao-Marincola, capo della cosca della n’drangheta di Cirò Marina. Il secondo livello dell’organizzazione era invece gestito da Mario Filippelli, classe ’73 residente a Lonate Pozzolo, che aveva il compito di organizzare e coordinare usure e rapine (ben 11 a banche e Poste nel 2007 nel territorio tra Legnano e Lonate). Undici le ordinanze di custodia cautelare in carcere per l’articolo 416 bis. A Rispoli, recentemente, il tribunale del riesame ha concesso la libertà.

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Pubblicato il 21 Gennaio 2010
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