Tradizionale rogo propiziatorio della Giöbia

Sabato 30 Gennaio dalle ore 18 nel parcheggio del campo di calcio di Ranco (via Quassa), si svolgerà il tradizionale rogo

Sabato 30 Gennaio 2010 dalle ore 18 nel parcheggio del campo di calcio di Ranco (via Quassa), si svolgerà il tradizionale rogo propiziatorio della Giöbia. Dopo il falò sarà possibile cenare al coperto, negli ambienti riscaldati della Floricoltura Robustelli, a base di polenta e bruscitt.
L’evento è organizzato dal Comitato Genitori Ranco e dalla Pro Loco Ranco, in collaborazione con il locale gruppo di Volontari della Protezione Civile e con il patrocinio del Comune di Ranco.
La Festa della Giöbia (o Giubiana) è una festa tradizionale molto popolare in Piemonte e in Lombardia, specialmente in Brianza, nell’Altomilanese, nel varesotto e nel comasco. L’ultimo giovedì del mese di gennaio vengono accesi dei grandi falò e bruciata la Giöbia, un grande fantoccio di paglia vestito di stracci. Il rogo assume valori diversi a seconda della località in cui ci si trova, mantenendo sempre uno stretto legame con le tradizioni popolari del luogo.
Incerta è l’origine del nome: alcuni sostengono che esso derivi dal culto alla divinità di Giunone (da qui il nome Joviana), altri lo ricollegano a Giove, da cui l’aggettivo Giovia e quindi Giöbia per indicare le feste contadine di inizio anno per propiziare le forze della natura che, secondo la credenza popolare, condizionano l’andamento dei raccolti.

Stando alla leggenda la Giöbia è una strega, spesso magra, con le gambe molto lunghe e le calze rosse. Vive nei boschi e osserva tutti quelli che entrano nel bosco. L’ultimo giovedì di gennaio va alla ricerca di qualche bambino da spaventare.
Ma una mamma, che voleva molto bene al suo bambino, le tese una trappola. Preparò una gran pentola piena di risotto giallo (zafferano) con la luganega (salsiccia), e lo mise sulla finestra. La Giöbia sentì il buon odore, corse verso la pentola e cominciò a mangiare il risotto. Il risotto era tanto e così buono che la Giöbia non si accorse che stava per arrivare il sole, la luce del quale la bruciò, così il bambino fu salvo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Gennaio 2010
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