Alitalia: “A Malpensa faremo volare 3 milioni di passeggeri”

Colaninno: "Ci affidiamo al mercato, forti del rilancio del marchio". Sabelli: "Non si parli di low cost, prezzi bassi ma servizio da grande compagnia". Bonomi (Sea): "Alitalia? Un cliente importante per Malpensa"

«Siamo ancora in fase di startup». Così l’amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli presentando il piano triennale della compagnia per Malpensa. «Vorremmo fare giustizia di due dicerie: che Alitalia abbandona Malpensa, dibattito ideologico che ha fatto un danno notevole, e che Alitalia “si fa la low cost”, una sintesi grossolana del nostro piano» premette. «È ai clienti che dobbiamo parlare, non star dietro alle polemiche. Il Piano Fenice dopo un anno conferma quaità e correttezza delle scelte, confortate dal mercato. Perdite ci sono state – circa 300 milioni nel 2009, quasi tutti accumulati nei primi tre mesi – ma siamo ancora in pieno avvio, e tutto il settore aereo globale ha miliardi di euro di perdite». Per Alitalia l’obiettivo è il pareggio di bilancio nel 2011, anno che vedrò investimenti importanti e un 25-30% in più di voli. Le 39 destinazioni del 2009 di Alitalia/AirOne diventeranno 47 nel 2012, i passeggeri sono previsti in aumento da 6,9 milioni del 2009 a 9 milioni del 2012. Il trend è incoraggiante, dopo un inizio da brivido nel primo trimestre 2009 «abbiamo quasi ripreso i 22-23 milioni di passeggeri che sono il mercato “naturale” di Alitalia e AirOne». La quota di mercato è risalita dal 32 al 37%, si contano in media due cancellazioni al giorno su 600-650 voli al dì. Ancora mediocre la puntualità ma si va migliorando lentamente anche lì. «Alitalia ha spazi di recupero, lo dicono anche i dati passeggeri: 250.000 in più a gennaio 2010 rispetto al 2009».

Fiumicino è tuttora il cardine di Alitalia con 15 milioni di passeggeri su 22; Malpensa sarà lo snodo chiave del traffico point-to-point, affidato in massima parte al brand AirOne, con l’eccezione del Malpensa-Mosca e del Malpensa-Fiumicino. Si mira a creare un forte network domestico, senza per questo abbandonare la vocazione internazionale.
Quello milanese è il primo mercato italiano del volo a corto e medio raggio, per Alitalia il secondo mercato in asoluto dopo Roma. Malpensa, ma anche Linate da cui Alitalia non può prescindere: Milano-Roma in totale fa il 10% dei passeggeri e l’8% del fatturato. Le tariffe medie della compagnia «sono scese in un anno del 15%», mentre il mercato aereo subiva una vera e propria rivoluzione sotto l’erompere della crisi. Malpensa diventerà «dual brand e dual hub»: parla il mercato, e dice che un quarto dei passeggeri sono sui voli intercontinentali, il resto su corto-medio raggio e low cost. Flussi turistici e business. Alitalia da qui al 2012 aumenterà destinazioni e numero dei voli e conta di poter raddoppiare i clienti su Malpensa, portandoli a 3 milioni.

Nondimeno, di fronte alle "accuse" di voler fare dell’aeroporto un mini-hub low cost, il presidente RobertoRoberto Colaninno Colaninno ricorda che «abbiamo acquistato Alitalia da una procedura fallimentare e assunto 14mila persone, 1500 in più di quanto prevedevamo. Avevamo due obiettivi chiave: rilanciare l’operatività dell’azienda, che a gennaio 2009 era in forte dubbio, e arrivare a fine anno con un bilancio che non superasse le perdite previste». Obiettivi centrati, mentre si operava su tre fronti: «Sostenere costi concorrenziali rispetto anche alle compagnie più aggressive; dare una struttura tecnica alla società perchè tornasse operativa; curare il nostro rapporto con gli aeroporti». I prezzi sono stati ridotti fino a far parlare di low cost, si sta traducendo in atto il piano di rinnovo della flotta aerea (da giugno arriveranno tra l’altro due A330 nuovi per i voli a lungo raggio, con lussuose sistemazioni). Sugli aeroporti, «la prima decisione, pragmatica, fu di rafforzarci a Fiumicino, perchè l’Alitalia è basata a Roma; fosse stata basata qua, avremmo fatto tuto all’inverso» e a lamentarsi sarebbero stati i romani. A Linate la strategia è conservativa e di consolidamento, intanto si sono sviluppate basi nazionali come Torino, Venezia, Napoli.

Malpensa vuol dire Sea: «Noi consideriamo Sea un’opportunità che Alitalia dovrà saper cogliere, aumentando i passeggeri» insiste Colaninno. «E se ciò non riuscisse, non sarà certo per colpa dell’aeroporto. Non veniamo qui per far piacere a qualcuno tenendo degli aerei vuoti, le nostre sono strategie di competizione, di servizio, di crescita dei passeggeri. Vogliamo valorizzare Alitalia ed AirOne su Malpensa». Sarà il mercato a decidere del successo dell’operazione. «E se non riesce» aggiunge Colaninno: «ora pagano i nostri azionisti, non i cittadini, come accadeva prima». Alitalia si è fatta attendere, ma non poteva fare diversamente. Un anno e spiccioli era «il minimo» immaginabile, dal lancio della nuova Alitalia, già Cai. «Abbiamo preso una società, ci abbiamo messo 1,3 miliardi; noi investiamo mentre tante e tante società chiudono o delocalizzano. Forse qualcuno non credeva che noi potessimo porre le premesse per rimettere a posto le cose. Il lavoro svolto fin qui è stato positivo, e questo percorso positivo lo vogliamo avviare anche per questo scalo. Da oggi quindi lanciamo il progetto Malpensa».

Per Sea Giuseppe Bonomi precisava che la situazione è completamente cambiata da due anni in qua: «Alitalia non è più il vettore di riferimento, ma è un cliente importante». Nessuno obbliga Sea a condividere le strategie di Alitalia: e sul Piano Fenice Bonomi mantiene espressamente le sue riserve. Ma l’obiettivo è crescere, almeno nel senso di recuperare la dimensione desiderata, sia per l’aeroporto che per la compagnia. Alitalia dovrà affidarsi al mercato, e il mercato ha sentenziato che Malpensa c’è e ha potenziale: a gennaio 2010 si conta +9,5% sui passeggeri, il settore cargo dopo gli abissi di un anno fa recupera a ritmi cinesi: dal mese di ottobre in avanti la progressione è stata rispettivamente del 17, 23, 30, infine a gennaio +45%. E se Alitalia non entusiasma per apertura intercontinentale, oggi Malpensa serve 61 di queste destinazioni. La sua vocazione resta quella del traffico business e internazionale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Febbraio 2010
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