La Giovane Italia corregge il tiro: «Il presidio non era contro Maroni»

Stefano Clerici, presidente provinciale del movimento dei giovani del Pdl, precisa gli intendimenti della manifestazione svoltasi il 27 febbraio

In merito agli articoli apparsi sugli organi di stampa in seguito al presidio per la sicurezza della Giovane Italia, il Presidente Provinciale del Movimento Giovanile del PdL, Stefano Clerici, smorza i toni e chiarisce la posizione espressa durante la manifestazione.
“Ma quale alta tensione nella maggioranza? Non potremmo essere più compatti di così”, dichiara Stefano Clerici, Presidente Provinciale della Giovane Italia e Consigliere Comunale del PdL a Palazzo Estense. “La manifestazione di sabato non era assolutamente contro il Ministro Maroni, verso il quale nutriamo profonda stima e al quale ascriviamo i recenti colpi
assestati a Mafia, ‘Ndrangheta e Camorra. È proprio per questo motivo che non comprendiamo i toni trionfalistici del Ministro quando parla di sicurezza nelle città del nord, dove invece la situazione è ancora esplosiva. Quando abbiamo letto le dichiarazioni del ministro, che ha definito Varese “capitale della sicurezza”, il pensiero è andato al ragazzo di 15 anni aggredito pochi giorni prima da quattro immigrati incappucciati in pieno centro e in pieno giorno, sotto gli occhi impassibili dei varesini, e non abbiamo potuto esimerci dalle critiche”.

“Chi vuole dare una lettura parziale della nostra manifestazione si accomodi pure, ma dimostra di non aver capito proprio nulla”, commenta Clerici. “La nostra è stata una manifestazione provocatoria da una parte, con i toni tipici di un movimento giovanile “eretico” che non le manda a dire a nessuno, ma anche e soprattutto costruttiva, perché abbiamo chiesto espressamente al ministro Maroni di proseguire sulla strada intrapresa finora, ma con un
approccio più deciso ed incisivo. Ciò che chiediamo è semplice”, conclude Clerici: “più fondi alla Polizia di Stato, più agenti sul territorio, un presidio del territorio più capillare e costante
che parta dal controllo a tappeto dei documenti a tutti quegli immigrati la cui principale attività è bighellonare e bivaccare per le vie delle nostre città. Qualcuno si è mai chiesto come vivono quei nullafacenti, se durante il giorno non fanno nulla?”
“Occorrono meno spot elettorali e più incisività, ed è su questo punto che
provochiamo il ministro”, conclude Clerici. “Caro Maroni, ha fatto tanto bene
con la criminalità organizzata, e siamo certi che PdL e Lega, insieme,
porteranno a casa altre grandi vittorie: ora, però, basta autoincensazioni su
sicurezza ed immigrazione, perché il problema è tutt’altro che risolto, e senza
misure concrete e fondi per la sicurezza, rischia di esplodere in tutta la sua
violenza”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Febbraio 2010
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