“Strutture e personale: così facciamo fronte alle necessità della psichiatria”

Il direttore generale dell'azienda ospedaliera Walter Bergamaschi risponde all' "A margine" di Pier Fausto Vedani sul reparto di igiene mentale del "Circolo"

Caro direttore, dal dott. Bergamaschi, direttore generale dell’azienda ospedaliera, ho ricevuto una lettera in risposta a un mio "A margine" sul piccolo reparto del "Circolo" destinato al ricovero di pazienti in cura presso strutture psichiatriche.
Ti giro per la pubblicazione le considerazioni del dottor Bergamaschi: sono anche un interessante punto della situazione dell’assistenza psichiatrica a Varese e in provincia.
Pier Fausto Vedani

Caro Vedani,

ho letto con interesse il suo articolo sulla storia dell’assistenza psichiatrica nel nostro territorio prima e dopo la legge Basaglia. Molte delle considerazioni in esso contenute sono condivisibili e, in particolare, come Lei ritengo che sia necessario migliorare la qualità dei reparti psichiatrici di Varese e, aggiungo io, di Cittiglio.
Gli interventi compiuti fino ad oggi hanno permesso di mitigare alcune criticità e rappresentano quanto era possibile fare senza dover trasferire i pazienti, ma non sono sufficienti. Con la stessa chiarezza con cui concordo circa la necessità di operare interventi strutturali, mi sento però di affermare che non ci troviamo di fronte a situazioni in grado di ledere la dignità e la qualità dell’assistenza prestata ai nostri ricoverati, anche considerando che oggi la durata media di un ricovero psichiatrico è di 10-15 giorni e non certo di mesi, come invece accadeva ai tempi della riforma Basaglia.
Riguardo alle soluzioni che ci suggerisce, vorrei avesse ragione nel proporci di utilizzare le strutture del vecchio Circolo per dare una sistemazione adeguata al reparto: purtroppo, nessun vecchio padiglione è nelle condizioni di poter accogliere i pazienti psichiatrici senza interventi radicali di ristrutturazione.  Una soluzione è allo studio e prevede l’adeguamento dell’attuale reparto (che ha il vantaggio di avere un cortile protetto), possibile con il temporaneo trasferimento dei pazienti. Le posso confermare al riguardo  l’attenzione  e la disponibilità da parte della Regione per trovare le risorse adeguate per finanziare l’intervento.
Il motivo per cui le scrivo è, però, un altro: non vorrei infatti che le criticità del reparto di Psichiatria ci facessero dimenticare i significativi progressi avvenuti in questi anni nel nostro territorio in tema di salute mentale. La scelta operata dall’AO in questi anni è stata, infatti, proprio sull’onda dell’approccio "basagliano",  quella di  potenziare i servizi territoriali, anche residenziali, in grado di offrire risposte più vicine al reale bisogno dei pazienti. Nel 2009 è stato aperto il Centro Diurno di via Maspero a Varese e l’anno prima quello di Villa Maria a Luino, ospitato nella stessa struttura in cui si trova anche il Centro Residenziale Riabilitativo (20 posti letto), anch’esso attivato nel 2008.
Un’altra Comunità Protetta ad alta assistenza è stata attivata nel maggio del 2007 a Villa Forzinetti, a Varese, e, sempre nel 2007, è stato trasferito il Centro Psico Sociale di Varese da via Parravicini nella nuova struttura in via Maspero, insieme al Centro Diurno.
Si tratta di un investimento che non ha riguardato solo le strutture, se è vero che nel 2006 il Dipartimento di Salute mentale dell’Azienda ospedaliera contava  63 operatori e oggi ne conta 85. Non credo esista altro settore ospedaliero nel quale lo sviluppo dell’attività sia stato maggiore.
Un saluto

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Pubblicato il 19 Febbraio 2010
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