I “No Accam” uniti contro la nuova convenzione

Le sigle che osteggiano l'inceneritore si sono riunite per ribadire la loro contrarietà alla revisione della convenzione che sposta al 2025 la chiusura dell'impianto e approva il revamping da 35 milioni di euro

A pochi giorni dal consiglio comunale di giovedì 11 marzo, quando si voterà la nuova convenzione con Accam per procedere al revamping, le sigle che si uniscono sotto il comitato "No Accam" sono tornate a farsi sentire e a confermare il loro no a questa nuova convenzione che sposta al 2025 la data di chiusura dell’impianto, aggiungendoci un "almeno" che sa di inceneritore a vita. Il comitato ecologico di Borsano, Rifondazione Comunista, La Voce della Città, Movimento 5 Stelle e il Meetup di Beppe Grillo si schierano compatti e uniti sotto la bandiera dell’alternativa alla politica dell’incenerimento dei rifiuti.

Alessandro Barbaglia del comitato borsanese parla chiaramente di «errore madornale che pagherà tutta la città – prosegue – qui è in gioco una v isione del futuro che non contempla le tante e innovative tecnologie che hanno già dato buoni frutti altrove, ad esempio Vedelago. Noi la nostra proposta l’abbiamo fatta e non è stat nemmeno presa in considerazione per pura ottusità e miopia. Tutto questo in una realtà che ospita un inceneritore da 40 anni». Antonio Corrado, consigliere comunale del Prc chiarisce i tre punti su cui il comitato "No Accam" non transige: «Nella nuova convenzione non devono essere cambiate la data di chiusura dell’impianto (che nella vecchia convenzione portava l’anno 2016) e la quantità di rifiuti bruciati, 400 tonnellate. Nella nuova convenzione – prosegue Corrado – si vuole portare la data al 2025 con un ulteriore allargamento del bacino dei comuni che potranno conferire i rifiuti. Il secondo punto è un si al revamping ma solo a quello parziale, meno dispendioso e coerente con una politica ambientale che guarda al futuro delle nuove tecnologie per la gestione dei rifiuti. Il terzo punto è un si da subito a studi alternativi all’incenerimento per gestire i rifiuti. Altrimenti si scordi l’assessore Armiraglio che vi possa essere un miglioramento della raccolta differenziata. E’ palese che l’inceneritore alimenta l’interesse a produrre rifiuto da bruciare, altrimenti che cosa brucerebbe?».

Ivan Catalano, candidato consigliere regionale della lista Lombardia 5 stelle ricorda gli sforzi fatti per far conoscere la bontà del modello Vedelago che punta a eliminare il rifiuto attraverso il riciclo in materia prima e materia prima-seconda: «E’ stato considerato utopico un modello che funziona in diverse parti d’Italia – ha detto Catalano – basterebbero 3 centri riciclo in tutta la provincia per fare un piano rifiuti provinciale e spendendo molti meno soldi che col revamping. Si stanno spendendo moltissimi soldi pubblici per non cambiare niente». Ada Salerno, candidata alle regionali per Rifondazione Comunista, sottolinea il problema del diritto alla salute: «A Busto i politici al governo hanno deciso di spendere molti soldi per inquinare, il falso ambientalismo non è accettabile». Lapidario il consigliere Porfidio: «Questa convenzione sarà la definitiva rovina di Busto Arsizio – ha detto Porfidio – dovrebbero dimettersi dal sindaco in giù. Non possono credere che averli votati significhi dargli una cambiale in bianco». Il comitato "No Accam" ha anche annunciato un convegno nella prima metà di aprile sulle nuove tecnologie per la gestione dei rifiuti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Marzo 2010
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