Ravioli e famiglia, lo Scoiattolo ha saltato la Rana

Lo Scoiattolo salta insieme alla Rana. Non stiamo parlando di una gara tra animali, ma della storia di un pastificio di Lonate Ceppino, “Lo scoiattolo”, appunto, che fa concorrenza ai grandi produttori nazionali. Una storia iniziata nel 1983 quando Umberto Belletti, geometra di professione, decide di produrre e vendere i tortellini fatti dalla moglie Ebe Serri, emiliana doc e grande specialista della pasta fatta in casa. L’idea piace anche alle due giovani figlie e ai loro rispettivi mariti. La squadra è fatta, ma alla neonata azienda manca un nome. Durante una vacanza in montagna, i Belletti vedono sfilare davanti ai loro occhi una famiglia di scoiattoli. «Ci assomigliano un po’ – pensano – sono simpatici e genuini. Proprio come i nostri ravioli». E così il roditore diventa il simbolo dei loro prodotti.

Dopo ventisette anni, “Lo scoiattolo” è il terzo produttore in Italia di pasta fresca, sulla scia dei big Rana e Buitoni. Il pastificio, che ha circa 100 dipendenti e 27 milioni di euro di fatturato, esporta in tutta Europa (il 55 % della produzione) e i suoi prodotti sono presenti nelle grandi catene di distribuzione. A renderlo famoso sono state le perline a base di parmigiano reggiano stagionato 24 mesi. «Siamo gli unici che possono esibire sull’etichetta lo spicchio del parmigiano che rappresenta un segno di distinzione», dice con un certo orgoglio Massimiliano Di Caro, nipote del fondatore.

Massimiliano ha 23 anni e rappresenta la terza generazione. All’università ha studiato marketing e comunicazione e oggi, con il fratello e la cugina, rappresenta la continuità famigliare in azienda. «Ognuno ha preso un ramo diverso – spiega il giovane imprenditore -. Mio fratello ha studiato lingue e mia cugina economia. Siamo cresciuti tutti e tre con il culto della nostra azienda e fin da quando eravamo piccoli ci aggiravamo nei laboratori. C’è una forte impronta famigliare anche nel rapporto con i dipendenti con i quali c’è sempre un vero confronto, nel rispetto dei ruoli».

“Lo Scoiattolo” punta sull’innovazione di prodotto e anche la ricerca e lo sviluppo sono realizzati con il metodo di nonna Ebe: i prodotti si pensano e si sperimentano in famiglia. «Quello che si occupa delle ricette è mio padre (Aquilino Di Caro ndr) – spiega Massimiliano -. Spesso le idee gli vengono a tavola, mentre mangiamo. Ultimamente siamo usciti con i panzerotti, vere prelibatezze, roba da gastronomia. Io mi sono innamorato di questi prodotti perché hanno sapori eccezionali, studiati con grande ricercatezza. A giorni uscirà una nuova linea di fettuccine e ravioloni ricotta e spinaci con farina integrale e acqua».

La crisi ha solo sfiorato l’azienda di Lonate Ceppino: tra il 2008 e il 2009 c’è stata una crescita del 21% e non è stata fatta nemmeno un’ora di cassa integrazione. Il segreto di questa tenuta non è dovuto solo al fatto che il settore alimentare è anticiclico. «La nostra filosofia – continua Massimiliano – punta tutto sulla qualità e genuinità del prodotto fresco, con ingredienti certificati e selezionati, come il parmigiano reggiano stagionato 24 mesi e la semola di grano duro. Noi non usiamo nè conservanti nè aromi».

La storia di questo pastificio è molto simile a quella di Giovanni Rana. Una volta alla fiera di Parma i due concorrenti si sono incrociati. «Ero molto divertito – conclude Massimiliano – perché ho fatto una tesi proprio sulla pubblicità. Quelle vecchie, dove Rana interpretava personaggi famosi mi piacevano molto. Quelle nuove dove è testimonial di se stesso, un po’ meno».