Alla scoperta del Morazzone con il professor Spiriti

L'incontro sull'artista varesino si terrà lunedì 24 maggio, alle 16 e verrà condotto dal professore di Storia dell’Arte Moderna dell'Università Insubria

Lunedì 24 maggio, alle ore 16, il Comitato della Società Dante Alighieri di Varese organizza un incontro con il prof. Andrea Spiriti che tratterà il tema: “Novità su un grande artista varesino: Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone”. L’incontro si terrà alla Sala VareseCorsi di piazza Motta 4.

Il grande pittore (Morazzone,1573 – Piacenza,1626) dell’età della Controriforma si formò a Roma nell’ambito di Ventura Salimbeni e poi presso il Cavalier d’Arpino dov’era presente, in quegli anni, anche Caravaggio. Andate perdute le opere in Laterano e nella Basilica di San Pietro, restano di quel periodo due affreschi in San Silvestro in Capite. Nel 1598, tornato in terra lombarda, l’artista iniziò a lavorare alla Cappella del Santo Rosario nella Basilica di San Vittore a Varese. Tra il 1602 e il 1606 lavorò al Sacro Monte di Varallo, dove ebbe la possibilità di conoscere l’opera di Gaudenzio Ferrari da cui verrà profondamente influenzato nella sensibilità scenografica. Realizza in quel periodo un ciclo di tele per la parrocchiale di Arona, la tela Pentecoste, oggi al Castello Sforzesco, e due grandi quadri, per il Duomo di Milano, sui Fatti della vita di San Carlo Borromeo. Nel 1609 affrescò la Cappella della Flagellazione al Sacro Monte di Varese. Tra il 1608 e il 1613 fu molto attivo anche a Como, dove realizzò numerose tele ed affreschi come La caduta degli Angeli ribelli, per la chiesa di San Giovanni. Nelle opere dell’artista è evidente la conoscenza della pittura veneta, di Tiziano e Veronese, ma nonostante i soggiorni a Roma e a Venezia, il fondamento della pittura del Morazzone resta profondamente lombardo. Operò di nuovo al Sacro Monte di Varallo e nel 1616 al Sacro Monte d’Orta nella Cappella della Porziuncola. Per la Collegiata di Borgomanero dipinse la pala di San Rocco e la Cappella di San Carlo Borromeo. Nel 1620 concluse gli affreschi della Cappella della Buona Morte in San Gaudenzio a Novara. Nel 1626 fu chiamato a Piacenza per realizzare gli affreschi della cupola del Duomo ma l’opera fu, dopo la sua morte, portata a termine dal Guercino. Nella sua arte si rintraccia il rispetto per la verità storica ma con una scoperta nota di pietismo ed un certo conformismo devozionale.

Il Prof. Andrea Spiriti, docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese e Direttore scientifico del Museo della basilica di Sant’Eustorgio a Milano, è stato Ispettore storico dell’arte nelle Soprintendenze di Torino e Milano, e Conservatore della Quadreria Oblata di Rho. Specialista di storia dell’arte moderna nei secolo XVI-XVIII, ha al suo attivo circa centottanta pubblicazioni, relative in particolare all’iconologia politica, all’arte dello stucco, ai rapporti centri-periferie, alle relazioni artistiche fra Milano Genova e Roma, alle ditte pittoriche del Manierismo, alla consorteria Arese, alla rappresentazione della natura, al classicismo di secondo Seicento, alla nascita del rococò.

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Pubblicato il 15 Maggio 2010
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