Girometta d’oro a Maroni: “Rimarrò sempre varesino”
In apertura del Palio Bosino consegnato al ministro dell’interno il riconoscimento che sottolinea i risultati raggiunti contro la mafia: “Sconfiggeremo la piovra. Esempio italiano studiato nel mondo”
«Anche se sono a Roma da molti anni, mi sento sempre varesino e questo riconoscimento mi riempie di orgoglio». Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha ricevuto sabato mattina la Girometta d’Oro, riconoscimento onorario che l’associazione della famiglia Bosina assegna dal 1958 a personaggi varesini che si sono distinti per impegno e capacità. Durante la cerimonia, che si è svolta nella sala consigliare di Palazzo Estense, il sindaco Attilio Fontana ha consegnato anche il riconoscimento a tre maestri del lavoro: Raffaele Izzi, Carlo Zanzi e Onofrio Schifani.
Il Regiù Augusto Caravati si è complimentato per una nuova edizione del Paolo Bosino e ha poi passato la parola al “maneggione” Ettore Pagani che ha letto la motivazione per l’assegnazione della Girometta d’Oro a Maroni: “Sempre più imprevedibili i percorsi della vita – si legge nella motivazione -. Formano, plasmano, cambiano. Si può nascere, ad esempio, con la musica dentro che ti incanta e, man mano, prendono a conquistarti sensazioni del tutto diverse come l’amore per le leggi, lo studiarle e poi addirittura il farle rispettare. Ti può toccare un volo non certo ipotizzabile quel 15/03/1955 quando, a Varese e nel suo verde (cromatismo poi significativo), prendeva vita qualcuno destinato a mete illustri e di grande impegno degno di rendere onore alla sua città».
Soddisfatto anche il sindaco Fontana che ha spiegato come questo riconoscimento confermi due cose: «L’attenzione al lavoro e alla varesinità. Sono molto contento che sia quindi presente oggi uno dei ministri della storia italiana più amato e stimato, molto apprezzato per i risultati ottenuti in questi anni nella lotta alla mafia».
Roberto Maroni ha poi ritirato la Girometta non senza emozione: «È con orgoglio e commozione che prendo tra le mani questo riconoscimento perché lo ricevo dalla mia città. Non mi sento romano, nonostante sia nella capitale da diversi anni. Ho cominciato la mia carriera politica proprio in quest’aula, tra i banchi dell’opposizione. Qui ho appreso i rudimenti della politica e di quella attività che mi ha portato, anche con fortuna, dove sono oggi».
Il ministro ha voluto poi sottolineare i risultati ottenuti e i progetti che vedranno protagonista anche Varese: «In questi anni abbiamo sequestrato alla mafia beni per 8 miliardi di euro, sono stati arrestati 23 dei 30 più pericolosi latitanti nazionali. E non ci fermeremo finchè questa battaglia non sarà vinta. Vogliamo sconfiggere questa piovra, la mafia sotto ogni loro forma. Inoltre ho voluto personalmente che si svolgesse a Varese il 28 maggio prossimo l’incontro tra i ministri dell’interno di sei dei maggiori paese europei: oltre all’Italia anche Germania, Inghilterra, Francia, Spagna e Polonia. E ci sarà anche l’equivalente americano del il ministro degli interni e della giustizia. Questo perché la nostra lotta alla mafia, grazie ai risultati ottenuti, viene presa da esempio in molti paesi che vogliono studiarla».
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