“Il compleanno, il mio film spalancato sull’infinito”
Nelle sale il 28 maggio l’opera seconda del regista di origine gallaratese Marco Filiberti, con Alessandro Gassman, Massimo Poggio e Maria De Medeiros
Arriva nelle sale Il compleanno, il secondo film del regista di origine gallaratese Marco Filiberti. L’uscita nei cinema è prevista per il 28 maggio ed era attesa da tempo dopo la presentazione della pellicola al Festival di Venezia nella selezione ufficiale della sezione “Controcampo italiano”. Filiberti aveva realizzato la sua prima opera con molto coraggio, affrontando la tematica omosessuale con uno sguardo originale: il titolo del film era “Poco più di un anno fa – Diario di un pornodivo” e ottenne un successo internazionale.
Dopo ben sei anni Filiberti, che intanto ha scritto opere per il teatro, libri e anche inciso un cd, torna come regista, dirigendo un cast di attori di alto livello come Alessandro Gassman, Massimo Poggio, Maria De Medeiros. La storia racconta la storia di due coppie che decidono di andare in vacanza insieme. Su una magnifica villa sulla spiaggia di Sabaudia sembra andare per il meglio, ma l’arrivo del figlio di una delle coppie interrompe il clima sereno e ben presto i rapporti tra le due famiglie iniziano a scricchiolare mentre riemergono antichi dissapori interni alle due coppie.
Dopo ben sei anni Filiberti, che intanto ha scritto opere per il teatro, libri e anche inciso un cd, torna come regista, dirigendo un cast di attori di alto livello come Alessandro Gassman, Massimo Poggio, Maria De Medeiros. La storia racconta la storia di due coppie che decidono di andare in vacanza insieme. Su una magnifica villa sulla spiaggia di Sabaudia sembra andare per il meglio, ma l’arrivo del figlio di una delle coppie interrompe il clima sereno e ben presto i rapporti tra le due famiglie iniziano a scricchiolare mentre riemergono antichi dissapori interni alle due coppie.
Il compleanno, in questo anno in attesa, è stato accolto con entusiasmo da numerosi festival internazionali e su più fronti Filiberti è stato più volte paragonato a Luchino Visconti, abituato alle intense e passionali storie d’amore. Temi che solo apparentemente sembrano più intimisti rispetto al film precedente: «Credo che i temi e la tensione visiva del film siano assolutamente in linea con il mio percorso – spiega il regista -. La tragicità, il senso ineluttabile, l’epos, ma anche la tensione ontologica, la volontà di “re-inventare il Vero” attraverso un’immagine anti-realistica, sono assi portanti del mio essere e del mio linguaggio. Il film è intimista da una parte e spalancato sull’infinito dell’orizzonte dall’altra, come l’ultima inquadratura indica chiaramente».
Sono passati molti anni dal primo film, ma hai scritto libri, lavorato in teatro, inciso cd… ti senti più attore, regista, cantante? come ti definiresti?
«Mi sento un autore volto in realtà ad un solo progetto, declinato in tante forme. Ma io appartengo a quel tipo di autore che concepisce una sola opera di proporzioni epiche. Che poi sia un film, uno spettacolo in teatro o un romanzo non cambia molto. Per fare un esempio, al grande Montaigne rimproveravano di affrontare troppi argomenti. Lui rispondeva: “che strano, se non faccio altro che parlare di me…”».
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
«A Ottobre debutterà al teatro Valeria Moriconi di Jesi il mio nuovo spettacolo “Intorno a Don Carlos: Prove d’Autenticità”. Sono pronto con due sceneggiature cinematografiche già ultimate: a breve si dovrebbe capire quale delle due partirà prima. Potrebbe essere una sorpresa notevolmente spiazzante! Intanto sto lavorando ad un immenso lavoro per un film su Lord Byron: io e il mio collaboratore Davide de Bona siamo già a buon punto. Poi dovrei chiudermi in casa, interrompere ogni comunicazione e terminare il romanzo. Non manca molto, ma non riesco a dire a me stesso che è finito. Con lui ho molta più paura del distacco rispetto a tutte le altre cose che faccio».
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