Il legale di Verderio: «Il pm ha chiesto l’archiviazione»

Per Fabrizio Busignani il comunicato di Legambiente è «puro integralismo» e ribadisce che il depuratore di sant'Antonino non è la causa dell'inquinamento del bacino dell'Arno-Rile-Tenore. Giovedì in aula sarà il giudice a decidere in seguito alle indagini della procura di Busto

«La posizione di Legambiente è integralista e volta ad un uso strumentale dei comunicati stampa». E’ fortemente risentito Fabrizio Busignani, legale di Modesto Verderio nella vicenda del depuratore di Sant’Antonino a Lonate Pozzolo, per la posizione che Legambiente ha espresso oggi, martedì, sull’udienza che si terrà giovedì prossimo davanti al Gup del tribunale di Busto Arsizio. Secondo il legale di uno dei due indagati per disastro ambientale, la pubblica accusa ha fatto indagini rigorosissime e ha accertato che «non sussiste il reato come invece hanno paventato gli esposti dell’associazione ambientalista e che hanno dato il via all’inchiesta nel 2007». Busignani sottolinea quello che per lui è stato un «modo barbaro per fare pressione sul giudice che deve analizzare il caso giovedì». Per quel giorno, infatti, è prevista l’udienza che dovrà stabilire se la richiesta di archiviazione da parte del sostituto procuratore titolare delle indagini Roberto Pirro potrà essere accolta.

Le indagini rigorose a cui fa riferimento Busignani sono le stesse che impugna Legambiente usando i dati di Arpa per sostenere la tesi contraria ma il difensore va a fondo della questione e dimostra, carte alla mano, che gli idrocarburi e le sostanze chimiche finite nel Ticino non possono essere in alcun modo addebitate a chi ha voluto e gestito l’impianto: «E’ dal 1987 che si parla di sostanze inquinanti provenienti dalle fogne della città di Busto Arsizio che finiscono nei torrenti e nel depuratore ma il problema sta a monte e non a valle. Va perseguito chi scarica illegalmente sostanze tossiche nelle fogne e non chi ha voluto e gestisce il depuratore».

Il legale ha annunciato anche che per il depuratore sono stati fatti pesanti investimenti grazie alla Regione e che il bando per l’assegnazione dei lavori è stato già aperto. Presto verranno fatti quegli interventi che il sostituto procuratore aveva chiesto per ottenere il dissequestro e il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Milano sta sorvegliando le procedure: «Posso dire senza paura di essere smentito che il depuratore di sant’Antonino – ha detto ancora Busignani – è considerato all’avanguardia in regione»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Maggio 2010
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