Nasce il network delle “Città per la famiglia”: Varese c’è

Coinvolti Parma, Roma, Bari, Varese e altre 45 città. Fontana: "Lavoriamo sulle politiche a sostegno dei nuclei familiari, useremo in questa direzione anche il 5 per mille"

Il sindaco di Varese Attilio Fontana ha partecipato questa mattina a Parma alla riunione costitutiva del Network italiano di città per la famiglia. “E’ molto positivo – ha sottolineato in chiusura dei lavori – che così tanti sindaci si alleino per sostenere la famiglia. Dobbiamo essere orgogliosi del risultato finora ottenuto e continuare su questa strada che porta al federalismo. E’ necessario lavorare sui meccanismi di calcolo del quoziente familiare e sostenere le politiche a sostegno della famiglia in vario modo”. Il sindaco ha anche ricordato che “a Varese abbiamo chiesto che il 5 per mille venga destinato al comune per dar vita a politiche pro famiglia”

Il network italiano di città per la famiglia è nato con la sigla di un accordo tra i Comuni di Parma, Roma, Bari, Varese e altre 45 Città,sottoscritto stamane dal Sindaco di Parma Pietro Vignali (Civico), e dal sindaco di Roma Gianni Alemanno (PDL), dall’assessore Filippo Barattolo in rappresentanza del sindaco di Bari Michele Emiliano (PD), dal sindaco di Varese Attilio Fontana (Lega) e dai sindaci di gran parte dei circa 50 Comuni che hanno aderito al network..

Ogni città che sottoscrive il documento si impegna a:
– mettere in campo una fiscalità locale a misura di famiglia (rimodulazioni del sistema di tariffazione e accesso a tutti i servizi comunali);
– porre particolare attenzione al fatto che le politiche comunali e le scelte amministrative siano effettivamente orientate a un sostegno delle famiglie (per esempio grazie alla costituzione di Agenzie con delega alla Famiglia, quali organismi trasversali a più assessorati garanti di una politica di governo della città nella sua interezza a “misura di famiglia”);
– studiare strategie di valorizzazione del ruolo sussidiario non solo del nucleo familiare ma anche delle associazioni all’interno del welfare locale;
– promuovere a livello nazionale un fisco a misura di famiglia.
La natura dell’organismo istituito stamane è strutturalmente bipartisan e interessante dal Nord al Centro e al Sud del Paese. Tra i contenuti fondamentali dell’accordo siglato stamane a Parma si evidenziano inoltre quelli della famiglia come soggetto che fonda la possibilità del benessere sociale e come ambito naturale di custodia, protezione ed educazione di ciascuna persona. 

Secondo la classifica EUROSTAT 2009 del valore in percentuale sul Pil della spesa di sostegno alla famiglia, l’Italia si colloca nell’Europa dei 27 al diciottesimo posto (1,2% sul Pil) insieme a Portogallo, Spagna, Lettonia, Slovacchia e Romania. Dagli ultimi dati Istat disponibili (2007) risulta che oltre un quinto (il 22,4%) delle famiglie italiane con cinque o più componenti si trova in condizione di povertà. La presenza di più figli minori all’interno della famiglia si associa a un disagio economico ancor più evidente: l’incidenza di povertà, pari al 14% tra le coppie con due figli e al 22,8% tra quelle con almeno tre, sale al 15,5% e al 27,1% se i figli sono minori. Tra le famiglie con un solo componente anziano, il peso della povertà si attesta sull’11,8% nella media nazionale, ma sale al 16,9% se ve ne sono almeno due. Inoltre, dalla classificazione delle famiglie a rischio indigenza, risulta che il 3,5% dei nuclei fa registrare livelli di spesa mensile inferiori di solo il 20% alla linea standard di povertà (986,35 mese), il 2,7% si colloca al di sotto della linea ad una distanza del 10%, e il 3,7% è costituito da famiglie che presentano valori di spesa superiori alla linea di povertà di non oltre il 10%. Dall’Istat (2007) risulta anche che la % della spesa nel settore sociale sul totale delle spese correnti (impegni) delle amministrazioni comunali per regione, il Friuli è la quella più virtuosa (25,60%), seguita da Emilia Romagna (21,90%) e Sardegna (21,51%). La media italiana è del 15,82%.

I prossimi incontri del network si terranno nella capitale e a L’Aquila: “La famiglia – sostiene il sindaco Pietro Vignali – può essere la base da cui partire per ricostruire tessuto sociale e prospettive di rinascita in questa zona colpita dal terremoto”.
Anche Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ha accolto con favore l’iniziativa: “Il network serve a lanciare un messaggio alla politica nazionale affinché il quoziente familiare sia alla base della futura riforma fiscale. Il sostegno alla famiglia è la miglior risposta ai problemi sociali del Paese. Noi dobbiamo guardare alla concretezza delle persone e capire che se c’è crisi è anche perché le famiglie fanno fatica. Oggi vogliamo affermare con forza che il quoziente familiare non è un’utopia e si può introdurre nonostante il momento di crisi”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Maggio 2010
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