“Se si è felici si lavora meglio”

Luca De Biase del Sole 24ore ha raccontato ad Elmec vision come evolve la figura del responsabile dell'informatizzazione delle aziende

"L’innovazione parte da un atto di ribellione". Luca De Biase, responsabile di Nova24 del Sole 24ore, ha aperto così, con una provocazione forte, la sua relazione ad Elmec vision. Un intervento per raccontare come cambia la figura del CIO in azienda. La tecnologia è sempre più importante e determinante e il responsabile dell’informatizzazione ha un ruolo sempre maggiore.
"Il mondo sta cambiando radicalmente e occorre accompagnare con attenzione le aziende per ottenere risultati. Non significa chiudere con quanto di ragionevole c’è stato finora, ma stiamo vivendo un’epoca di grandi incertezze".
Il giornalista ha poi ripercorso gli ultimi cinquant’anni della storia economica del paese. "Negli anni 60 iniziò il processo di industrializzazione e tutti accolsero contenti i cambiamenti, convinti che l’Italia sarebbe diventato un paese più prospero e più bello. C’era un prospettiva di crescita e un futuro migliore. Oggi siamo tutti preoccupati e ansiosi, angosciati sulle prospettive di lungo termine e non sappiamo se le scelte da fare sono giuste. Per raccontarci la speranza di un futuro diverso non possiamo sperare e far leva sulla crescita. La prospettiva del nostro sviluppo economico è concentrata su valori immateriali. Un esempio evidente è il costo di una maglietta: ci vuole un euro per produrla e cinquanta per acquistarla. Noi produciamo senso e questo ha a che fare con la qualità e non la quantità".
Da qui De Biase ha iniziato a raccontare come può incidere l’informatica nei contesti aziendali.
"L’evoluzione del CIO è fondamentale perché deve capire cosa accade nel mondo e portarlo in azienda. Il sapere tecnologico gli appartiene e il suo è un ruolo intermedio per far compiere le scelte alle aziende.
Si potrebbero immaginare diversi stili di management dell’informatica, non necessariamente alternativi:
1. il cio razionalizzatore è al servizio del bilancio, riduce i costi e aumenta la produttività di ciò che in azienda viene già fatto
2. il cio socializzatore è al servizio delle strategie definite dalle risorse umane e dal vertice per aumentare la capacità delle persone in azienda di collaborare intorno a progetti comuni
3. il cio leader culturale è capace di contribuire all’elaborazione delle strategie aziendali immaginando le innovazioni fondamentali che l’azienda può sviluppare cogliendo le opportunità offerte dalla dinamica della tecnologia in generale.
Il CIO diventa così una sorta di possibile antropologo che deve condurre le energie dei nuovi soggetti in azienda che vedono la vedono come un parco di brontosaurri. De Biase sostiene che "è necessario far circolare le idee, i progetti e che le persone si sentano protagoniste felici di quello che fanno. Sara una banalità, ma se si è felici si lavora meglio. La felicita è meno connessa ai soldi ed è legata a un premio umano di relazione. Se quello che pensi ti è riconosciuto sei più felice".
Un modo di vedere l’informatica che non parte dalla semplice visione tecnologica ma che permetta al CIO di comprenderla e modellarla per creare valore di conoscenza.
Da qui nasce «la consapevolezza che il futuro non è ciò che succederà, ma il risultato di ciò che si fa. Il CIO diventa così un soggetto leader culturale. Non potente ma influente sull’immagine dell’azienda e parla non per incentivi economici ma per conoscenza. Una visione che richiede una maggiore cultura globale. Così ci si prende dei rischi maggiori, ma si diventa consapevoli che si sta cambiando il mondo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Maggio 2010
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