Terza pista, la protesta diventa una festa per la raccolta firme
Mentre si muovono anche i sindaci del territorio, Via Gaggio Viva raggiunge mille aderenti e lancia la raccolta di firme in difesa del parco del Ticino: si inizia con un ritrovo alla dogana austroungarica
Il popolo che lotta contro la terza pista è pronto ad incontrarsi e metterci la firma. Non bastano i mille iscritti alla pagina Facebook – traguardo atteso con entusiasmo e “tagliato” alla mezzanotte di mercoledì – Via Gaggio Viva vuole portare amici e sostenitori proprio nel cuore del parco del Ticino: una serie di iniziative nei prossimi giorni per lanciare la raccolta di firme. «Non saremo soli – dice fiducioso Walter Girardi (a sinistra nella foto)-, si è messa in moto una collaborazione con altre associazioni: Unicomal,Wwf, FAI, Italia Nostra, Legambiente». Sigle nazionali che si spera sapranno rendere più conosciuta una battaglia fino ad oggi poco considerata, quasi che il progetto della terza pista fosse ancora nebuloso. Mentre invece è reale, le aree sono già individuate, la prospettiva è stata indicata come strategica, non più di poche settimane fa, dallo stesso presidente di SEA Giuseppe Bonomi. Ne sanno qualcosa i sindaci della zona intorno all’aeroporto, in gran parte critici verso il progetto e preoccupati per gli effetti ambientali e di qualità di vita: il consiglio comunale di Lonate Pozzolo (con l’eccezione della Lega) ha votato una mozione bipartisan contro l’espansione dell’aeroporto, lo stesso ha fatto, appena a sud, nel Milanese, il piccolo comune di Nosate. E lunedì se ne discuterà anche nel consiglio comunale di Samarate. «La mobilitazione non è una questione solo locale, è in difesa di tutto il parco del Ticino e la qualità di vita». Per questo si stanno muovendo anche i sindaci dell’Alto Milanese, del Magentino, ma anche quelli al di là del Ticino, nel Novarese. Un fronte comune, spiegano i promotori del comitato, che parte dalla consapevolezza che la terza pista porterà un aumento dei voli (da 20 a 50-70 milioni di passeggeri) e quindi del rumore e dell’inquinamento, nonostante la ripartizione delle rotte. Il movimento diventa anche internazionale, man mano che si rinsaldano i rapporti con il comitato inglese che ha ottenuto la cancellazione del progetto della terza pista a Heathrow: «Hanno risposto alla nostra lettera, ci hanno spronato ada andare avanti» conclude Girardi.
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