Anziani, La Provvidenza contro il centro unico di prenotazione
Il presidente del centenario istituto bustocco Cesare Gallazzi critica le due proposte sul tavolo al Pirellone sulla regolamentazione delle rette in base al reddito e sul centro unico regionale per le prenotazioni
Aumentano gli anziani in Lombardia e, di conseguenza, anche le liste d’attesa nelle residenze sanitarie assistite sparse su tutto il territorio. Per gestire meglio le richieste di assistenza nelle case di riposo, il Pirellone sta studiando un centro unico di prenotazione, proprio come per l’emergenza-urgenza. In questo modo le famiglie eviteranno di mettersi in fila in tre case di riposo e le liste d’attesa saranno reali e più semplici da smistare nei vari istituti.
A Busto Arsizio c’è già chi non è d’accordo e ha il suo bel da fare per gestire la lunga lista d’attesa. Cesare Gallazzi è il presidente dell’Istituto La Provvidenza che mette le mani avanti e sottolinea che per statuto l’istituto accoglie nelle proprie stanze prioritariamente anziani di Busto Arsizio: «Esistiamo da 130 anni ed è sempre stato così – spiega Cesare Gallazzi – credo che la proposta allo studio da parte della Regione vada nella direzione sbagliata. Il problema di accogliere anziani che provengono da altre province è quello della solitudine che si creerebbe attorno alla persona che accogliamo». Un anziano di Sondrio accolto a Busto Arsizio, secondo Gallazzi, rischierebbe di ritrovarsi in una condizione di forte isolamento sia dal contesto sociale che ha sempre vissuto ma anche dalla famiglia che, giocoforza, dovrebbe ridurre le visite a causa della distanza.
L’istituto la Provvidenza ha 335 posti e una lista d’attesa di 210 persone in attesa di essere collocate: «Stiamo cercando di contenere questi numeri ma i posti a disposizione sono quelli e il numero degli anziani è in crescita». La Provvidenza cerca anche di mantenere le rette al di sotto della media per evitare, soprattutto in questo momento di crisi economica, di non pesare sulle famiglie degli ospiti in maniera eccessiva: «Cerchiamo di mantenere alti standard qualitativi ma a prezzi inferiori ad altre strutture analoghe – sottolinea Gallazzi – e anche qui la Regione vuole regolamentare le rette in base ai redditi delle famiglie. Credo che sia assurdo per noi andare afare gli agenti del fisco per verificare i redditi di questa o quella famiglia». Secondo il presidente dell’istituto sarebbe una norma di difficile applicazione.
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