“I nostri diritti non sono scontati”
Da storico e insegnante, Enzo Laforgia, spiega cosa significa spiegare ai più giovani il valore della resistenza: «È importante trasmettere il ricordo alla luce del presente»
«La cosa più difficile è far comprendere ai ragazzi che tutto ciò che oggi rappresenta l’orizzonte dei diritti non è qualcosa di dato da sempre e che nessuno può mettere in discussione». Quello che può sembrare scontato e intoccabile è invece il valore della Resistenza. Da storico e insegnante, Enzo Laforgia, spiega cosa significa trasmettere ai più giovani il significato di quell’impegno e attualizzarlo nel nostro contesto. «Questa è l’impressione che ho tratto dalla mia esperienza. Il primo passo con gli studenti è quindi quello di far capire che all’origine di questa conquista c’è il percorso storico del nostro paese, in alcuni tratti anche molto doloroso. Occorre spiegare in quali condizioni si trovava il nostro paese prima dell’era repubblicana e raccontare come quella situazione sia stata totalmente capovolta. Ci tengo inoltre a ricordare ai ragazzi che al di là delle forme ciò che accomunava tutte i tipi di Resistenza, quella armata o non armata, delle donne, degli operai, era la disobbedienza: sapere dire no in alcuni momenti nell’ottica di una prospettiva futura di cui ancora non si conoscevano bene i confini e gli orizzonti. Non sapevano che mondo sarebbe venuto fuori dopo la loro lotta ma sapevano in che mondo stavano vivendo e che non volevano più». Ottenere l’interesse dei giovanissimi su questi temi può sembrare un’impresa ardua invece la voglia di conoscere non manca: «La risposta dei ragazzi è positiva. Senza voler entrare nella retorica, di resistenza non se ne parla mai abbastanza. Innanzi tutto non è detto che i nostri studenti siano consapevoli di quanto è stato, bisogna raccontarlo. Penso inoltre che sia importante trasmettere il ricordo alla luce del presente, la costruzione della storia è un percorso complicato spesso vittima di reticenze e riletture. Quello che ci deve interessare come educatori è manifestare la consapevolezza rispetto all’essere cittadini oggi rispetto a un passato che era ben diverso».
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