Scoperto in Ticino il fossile di una pianta sconosciuta

La pianta, risalente al Mesozoico, è una conifera caratterizzata da foglioline allungate con estremità smussata, lunghe fino a 3 centimetri

scoperta nuova pianta fossileLe ricerche scientifiche condotte in Svizzera dal Museo cantonale di storia naturale sul Monte San Giorgio (patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2003) hanno permesso di portare alla luce una pianta fossile appartenente a una specie sinora sconosciuta alla scienza. L’ufficializzazione è avvenuta con la pubblicazione dello studio sul numero di luglio della Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia e con la presentazione al Simposio internazionale di paleobotanica tenutosi a Budapest il 6- 10 luglio scorsi.

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I primi frammenti isolati sono stati rinvenuti nel 2007, anno successivo all’apertura dello scavo nel giacimento Triassico di Cassina, ubicato a quota circa 900 m e risalente a circa 240 milioni di anni fa. Durante le campagne successive, sono venuti alla luce reperti sempre più completi, tali da permetterne lo studio da parte del Museo cantonale in collaborazione con la paleobotanica Evelyn Kustatscher del Naturmuseum Südtirol di Bolzano.

La pianta è una conifera caratterizzata da foglioline allungate (in realtà aghi, come nelle attuali conifere) con estremità smussata, lunghe fino a 3 cm e innestate su rametti di oltre 16 cm. Le foglioline si inseriscono sull’asse centrale del rametto formando una spirale, anche se a prima vista nel fossile appaiono opposte le une alle altre, a causa della compressione subita dai sedimenti originari. I reperti appartengono al genere Elatocladus, un gruppo di conifere arboree e arbustive diffuse nel Mesozoico, soprattutto nei periodi Giurassico e Cretacico (da 200 a 65 milioni di anni fa). Le segnalazioni relative al periodo precedente, il Triassico, sono decisamente più scarse. Per quanto riguarda in particolare il Triassico medio (247- 235 milioni di anni fa), periodo a cui risale in giacimento del Monte San Giorgio, l’unica segnalazione è relativa a un esemplare rinvenuto nelle Dolomiti, ma con caratteristiche molto diverse.
La nuova specie del Monte San Giorgio è stata dedicata da Rudolf Stockar (conservatore del Museo cantonale di storia naturale e responsabile per la ricerca scientifica sul Monte San Giorgio) e Evelyn Kustatscher alla località del ritrovamento e di conseguenza battezzata Elatocladus cassinae.

nuova pianta fossileCassina non è solo uno dei siti di scavo del Museo cantonale, ma anche una località storica per la ricerca paleontologica sulla montagna, giacché i primi scavi vi furono aperti nel 1933 ad opera dell’Università di Zurigo.
Accanto a Elatocladus cassinae, lo studio ha permesso di portare alla luce altre piante sinora sconosciute sul San Giorgio, tra cui felci con semi (un gruppo di piante completamente estinto) appartenenti alla specie Ptilozamites sandbergeri. Quella eseguita da Stockar e Kustatscher è la prima analisi scientifica condotta sulle piante fossili di questo giacimento da oltre 130 anni, ovvero da quando, nel 1879, Ferdinando Sordelli descrisse alcuni resti vegetali provenienti da Besano, sul versante italiano. Nell’insieme, i nuovi reperti consentono di aprire gli orizzonti sulle foreste che ricoprivano isole e terre emerse intorno al bacino del San Giorgio e che ora presentano un carattere ben più diversificato rispetto a quanto ritenuto in passato. In un clima caldo di tipo monsonico, le foreste venivano spazzate da ricorrenti tempeste che trasportavano frammenti di vegetali sul fondale del bacino.

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Pubblicato il 22 Luglio 2010
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