I giovani skater aspettano risposta da quattro anni
Quand'erano poco più che bambini avevano chiesto uno spazio per praticare lo skate in sicurezza. Ma alle petizione con duecento e passa firme non è stata mai data risposta
Skate in spalla, infilato nello zaino, si muovono in bicicletta per i viali di periferia, lungo il Sempione. Luca e i suoi amici hanno poco più di sedici anni e da quattro anni stanno cercando di ottenere un piccolo impianto dove praticare il loro sport preferito, lo skateboard. «Adesso sta per diventare anche sport olimpico», fanno notare. Da quanto erano poco più che bambini sono costretti ad andare fino a Somma Lombardo in bici, a volte in treno a Sesto o ad Arona, perchè a Gallarate non c’è nessun impianto. «Quattro anni fa abbiamo incontrato l’assessore Gianni Sparacia due volte, con i nostri genitori, ci aveva detto che si sarebbe interessato», raccontano. Erano davvero poco più che bambini, ma avevano voglia di fare tutto secondo le regole: e così hanno usato il metodo più classico della partecipazione, la raccolta di firme. Duecentoventicinque tra ragazzi e adulti, protocollate e consegnate a Sparacia nell’ottobre del 2006.
Da allora aspettano risposta, anche se nel frattempo si sono anche attrezzati: oltre ad andare negli skate park delle città intorno, vanno anche a skatare nei parcheggi, portandosi anche le rampe autocostruite (nella foto a destra). «I vigili ci vedono, sanno che veniamo qua», spiega Luca nel parcheggio del cinema multisala. «Una volta – aggiunge – ci hanno detto persino di informarli se vedevano qualcuno che si avvicinava ad un auto che era lì abbandonata da tempo». Sono un gruppo di ragazzi che ha voglia di divertirsi, che non vuole rischiare muovendosi in bici per chilometri per andare lontano a skatare, che ci tiene a fare vedere che non fa nulla di male.
Perchè una delle loro preoccupazioni è che ci sia una specie di paura e antipatia verso gli skater, che stanno per strada, che sono un po’ cultura di minoranza. Eppure uno skate park non costerebbe molto, sostengono, prova ne è il fatto che è stato realizzato in realtà ben più piccole di Gallarate. Uno dei loro genitori commenta amaro: «Si vede che un investimento di poche migliaia di euro per uno spazio durevole è considerato inopportuno per una città che ha preferito spenderne parecchi di più ad esempio per la manifestazione di una serata canora». Chissà se nei nuovi, grandi progetti per la città che verrà ci sarà un posto per lo skate park.
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