L’eterno ex Borri, ora futura galleria d’arte… anzi di più

Si torna a parlare del destino dello stabile. Il sindaco "non smentisce" le indiscrezioni: "su questo progetto stiamo discutendo da oltre un anno". Il PD: " No alla grancassa elettorale, si riferisca in commissione"

All’ombra di Palazzo Gilardoni Busto sonnecchia beata al sole d’agosto, ma già si annunciano i primi sintomi di campagna elettorale, almeno secondo i maligni. Emerge che uno o più soggetti privati sarebbero disposti a mettere a disposizione della città una preziosa collezione pittorica di artisti del Novecento italiano: si parla di circa 300 pezzi, anche se il numero non è confermato. L’occasione, per la città di un Arturo Tosi, pennello celebre a cavallo del secolo scorso, sarebbe ghiotta, e l’attenzione va ad appuntarsi sull’ex calzaturificio Borri, da una decina d’anni scarsa in mano all’amministrazione che, dopo averlo acquistato a caro prezzo, finora non ha saputo cosa farsene: mentre ogni tre per due saltava fuori una nuova idea sul suo utilizzo, lo si è lasciato di fatto al degrado. Salvo poi infuriarsi quando anche la Rai ne parlava come esempio di spreco.
Il sindaco Farioli «non smentisce lo scoop», come saluta quanto anticipato su "La Prealpina" di oggi, ma affetta prudenza. «Non partecipo a festival di indiscrezioni» dice, «ma da oltre un anno stiamo discutendo di un’opportunità magnifica per la città, con un gruppo di bustocchi amanti del bello e dell’arte». Una galleria, dunque? «Alt: se fosse solo una galleria, interesserebbe poco. E nemmeno vogliamo, o possiamo, fare un doppione del MAGA gallaratese». La vera sfida, riferisce Farioli, è quella di valorizzare il patrimonio comunale. E per i motivi di cui sopra, ci mancherebbe altro. «Non vogliamo fare cultura "a spot"» insiste il sindaco, «ma che si creino dei percorsi sull’arte». Non un museo, non una galleria, ma «una cittadella» anche per sfruttare appieno il patrimonio edile dello stabile e degli edifici annessi, frutto dell’eclettismo lombardo novecentesco. L’obiettivo è un po’ di «ripetere nell’arte quanto fatto col cinema» e trovare finalmente una sospirata destinazione per l’immobile, «piuttosto che far cassa», impresa peraltro sempre più improba con il passare degli anni e il degradarsi delle condizioni dello stabile. La questione che sorge spontanea è sempre la stessa: chi mette mano? E con quanti soldi?

Dall’opposizione giunge l’«ohibò» perplesso di Erica D’Adda per il PD: «Non so se nemmeno la giunta stessa sia ancora informata, io l’ho saputo da dei bustocchi che alla festa dle PD a Cassano si sono rivolti a me come consigliera comunale riferendomi di quanto si dice. Però ricordo bene come pochi mesi fa il vicesindaco Reguzzoni mi dicesse che per sistemare il Borri non c’erano soldi… dimenticandosi che c’è un accantonamento di un paio di milioni. Vogliamo verificare e alla svelta la serietà di una proposta, e le intenzioni del Comune e capire meglio anche il ruolo che il privato o i privati che offrono la collezione ricoprirebbero. Penso che chiederemo una riunione di commissione in settembre: perchè questa o è la boutade di agosto, o è una grancassa elettorale che non vogliamo trascinarci fino a primavera. S’è visto del resto com’è finita per il famoso ospedale unico con Gallarate, di cui tanto si parlava cinque anni fa». Mentre da noi si parlava, Legnano faceva: e in questi giorni si completerà il trasferimento dell’ospedale della città del Carroccio nella nuova sede, non lontana da Borsano, e con un bacino potenziale che si sovrappone, da sud, a quello bustese.
Tornando dagli ospedali al nostro ex Borri, il sindaco ha già in mente di convoare delle riunioni di commissione a settembre, in tema di patrimonio, e di arrivare ad un «atto di indirizzo», aggiunge, che possa fare da viatico al recupero e, si spera, rilancio della struttura. Ma è un mistero come questa idea possa andare d’accordo con la posizione nettamente contraria a ogni ipotesi a sfondo artistico che espone per la Lega Nord (autrice a suo tempo, sotot l’ultimo monocolore Tosi, del contestato acquistato dell’immobile) il segretario cittadino Rudoni. Opinione che venendo da una persona vicina, se non altro per appartenenza partitica, a chi dirige Agesp Servizi, incaricata fra l’altro proprio della cura e valorizzazione degli immobili comunali, pone una spinosa questione politica in casa centrodestra.

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Pubblicato il 17 Agosto 2010
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