Locarno in dirittura d’arrivo. Attesa per i vincitori

Proiezioni aggiuntive per l’italiano Pietro che è tra i candidati al Pardo d’Oro. Sabato serata finale in Piazza grande

Volge ormai al termine il festival del cinema, oggi venerdì 13 agosto, saranno presentati gli ultimi film in concorso mentre sabato sarà giornata di repliche e di retrospettive, arricchite da una serie di proiezioni addizionali dei film che hanno avuto più successo di pubblico durante la manifestazione.
Intanto giovedì è si è celebrata la memoria di Ernst Lubitsch, regista americano a cui era dedicata la retrospettiva di questa sessantatreesima edizione del festival, con la proiezione del suo classico “to be or not to be” commedia romantica e opera di satira politica antinazista prodotta nel 1942 e, curiosamente, ancora oggi poco nota in Italia, probabilmente a causa del fatto che all’epoca non venne distribuito per ragioni di censura politica, tanto che nel nostro paese rimane probabilmente ancora oggi più conosciuto il divertente ma più modesto remake che ne fece Mel Brooks alcuni decenni dopo.
 
La serata di giovedì si è caratterizzata anche per la consegna del premio Raimondo Rezzonico per il miglior produttore indipendente del 2010, premio consegnato al produttore israeliano, Menachem Golan, già vincitore dell’oscar e collaboratore di registi del calibro di Goddard, Khonchalowsky e Cassavetes, ovviamente tra la consegna del premio alle produzioni indipendenti e l’omaggio a Lubitsch, la Piazza non poteva dedicare la serata che ad una produzione indipendente: l’anglo messicano “monsters”, un horror divertente ed efficace che, considerati i costi di produzione di meno di 50.000 franchi svizzeri, dovrebbe avere già recuperato abbondantemente le spese di realizzazione solo con i circa 3000 spettatori di ieri sera (molto sotto la media a causa della pioggia)
 
E, a proposito di pioggia, bisogna considerare che molti dei film più attesi della selezione ufficiale di quest’anno hanno pagato, in termini di pubblico, le avverse condizioni meteo, situazione che verosimilmente peserà sulla destinazione del premio del pubblico che viene assegnato a chi ottiene più cartoline voto dai partecipanti alla proiezione, di fatto tra i film papabili solo l’islandese “kings road” e l’israeliano “the human resources manager” dovrebbero avere beneficiato di un pubblico sopra le 6000 unità.
A pagarne il prezzo anche alcuni film veramente belli come il magnifico lungometraggio di animazione del russo Garry Gabadin “Il brutto anatroccolo”, presentato mercoledì in una serata, oltretutto, a prezzo di ingresso ridotto, il brutto anatroccolo è una produzione realizzata interamente con tecniche di montaggio tradizionali, senza uso di computer, e imperniata su una rivisitazione della fiaba di H. C. Andersen attraverso un perfetto abbinamento con musiche sinfoniche di Chaikosky arricchite da testi appositamente composti e cantati per il film.
Un’opera impressionante per gli amanti dell’animazione e non solo, un’opera però che sembra difficile possa trovare un distributore in Italia, vista la difficoltà e i costi di realizzare una traduzione che possa rendere giustizia soprattutto alla corposa parte musicale, si spera almeno che il prodotto divenga rapidamente disponibile in versione sottotitolata per la televisione e l’homevideo.
 
Nei due concorsi internazionali presentati invece una bella commedia musicale canadese “the ivory tower” che mette in scena il conflitto tra due fratelli diversi tra loro quanto il bianco e il nero del mondo scacchistico in cui la storia è inserita (concorso cineasti del presente) e il film turco “capelli”di Tayfun Pirselimoglu, un film che alcuni hanno considerato punitivo per il pubblico visto il ritmo piuttosto lento e i dialoghi “rarefatti” (il film dura 127 minuti, la trascrizione dei dialoghi occupa meno di tre pagine dattiloscritte); il vantaggio nei costi di traduzione, temiamo, non sarà sufficiente a compensare la difficoltà del film per garantirgli una diffusione nei mercati internazionali, tuttavia si tratta di un film, in qualche modo, interessante, che mette in scena una storia d’amore e di disperazione, la vicenda di un commerciante di parrucche malato terminale che si innamora di una donna sposata e infelice. Ovviamente, quasi privo di dialogo, il film mostra più che raccontare e fatica a coinvolgere il pubblico, però non manca di aprire squarci sui pensieri profondi dei protagonisti e di trasmettere emozioni anche forti( nel concorso internazionale).
 
Venerdì ultime prime, come accennato, con il bel film curdo iracheno “Mandoo” nei cineasti del presente e, nel concorso internazionale, il documentario cinese di Xu Xin “Karamay” dedicato a un’incredibile tragedia che colpì 14 anni fa la città di Urumqui, nella Cina occidentale, un documentario interessante che però resterà probabilmente agli annali di questo festival soprattutto per la sua durata record di 356 minuti (cinque ore e 56 per essere più chiari), per chi se la sentisse la proiezione inizia alle 14 al palazzetto FEVI e prevede comunque alcuni intervalli.
Nel frattempo cominciano anche a correre voci sui possibili vincitori, voci incontrollate di cui è difficile ipotizzare una qualche attendibilità ma, visto che girano con insistenza, le riportiamo anche qui: il romeno “periferic” di Bogdan Apetri (che, in effetti, è piaciuto molto anche al pubblico) e il brasiliano “Luz nas Trevas”, “luce nelle tenebre” di Helena Ignez sono i più citati; la programmazione di una ulteriore proiezione addizionale di “Pietro” l’unico film italiano in concorso, alimenta speculazioni anche sul film di Gaglianone ma, va detto, di solito queste proiezioni addizionali non sono decise dalle giurie e sono quindi poco indicative.
Sabato sera, dalle 21:00 le risposte.

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Pubblicato il 13 Agosto 2010
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