«Addio Sandra, ci facevi ridere e impazzire»
Enzo Iacchetti, Antonio Longo e Gianni Sparacia ricordano la grande attrice, un pensiero legato indissolubilmente a quello di Raimondo Vianello
Un affetto estremo. Questo il sentimento provato nei confronti di Sandra Mondaini da chi l’ha conosciuta di persona. Un sentimento vicino a quello del telespettatore, perché Sandra era proprio così, nella vita come in tivù.
«Lei e Raimondo erano legati a me da un affetto straordinario, e con loro ho vissuto momenti deliziosi», ci ha raccontato Enzo Iacchetti, attualmente impegnato sul set di un film. «Qui sul set abbiamo brindato all’amore che abbiamo provato per lei», spiega Iacchetti, «Perché così gli attori celebrano i loro maestri, e chi ha fatto il mestiere con passione». Iacchetti percepiva che la vita di Sandra fosse appesa a un filo: «Per lei la vita senza lui sembrava meno importante, è come se avesse voluto raggiungerlo perché gelosa di lui in Paradiso. Sicuramente ora sarà più felice, con lui».
Anche Antonio Longo, ex delegato di produzione a Mediaset ed ora gestore del ristorante dell’Isolino Virginia, ha lavorato per molto tempo con la Mondaini: «Con lei ho fatto un ciclo di Sbirulino, era di una simpatia eccezionale, anche se ci faceva impazzire tutti perché era molto meticolosa e apprensiva: nel ruolo di Sbirulino faceva di tutto per proporre un’immagine il più piacevole possibile per i bambini, serena e rassicurante». Longo ricorda anche quando Raimondo passava a prendere Sandra sul set: «Era lì ogni sera e scherzosamente ci chiedeva se ci avesse fatti impazzire, ovviamente lei rispondeva a tono».
Un ricordo speciale della Mondaini è anche quello di Gianni Sparacia, assessore di Gallarate che ha potuto conoscere da vicino la coppia più famosa della televisione italiana: «L’avevo sentita tempo fa, per invitarla al Gran Galà di Gallarate di gennaio, che doveva essere dedicato a Raimondo. In realtà sapevo che era molto debole, e temevo il peggio». «Loro erano una coppia di quelle che non esisteranno più», racconta l’assessore, «La vita di Sandra era dedicata a quella di Raimondo, e viceversa. Lei poi era una persona buona, mi chiamava ogni anno anche per chiedermi di convincere tanti amici a prendere le piante dell’Airc, per beneficenza: io obbedivo, perché seguire i suoi consigli mi faceva stare bene». Consigli che, però, avrebbero voluto convincere Sparacia ad abbandonare la politica: «Mi confidavo con lei, raccontavo le mie difficoltà, e lei mi diceva sempre che questo non fosse il mondo per me. Io le rispondevo sempre di aver voluto seguire le richieste del Presidente. Quando ero affranto, lei mi ricordava sempre: "L’ingratitudine è più forte della bontà di Dio"».
Il Galà di Gallarate di gennaio, ovviamente, sarà dedicato anche al ricordo di Sandra Mondaini.
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