Alla fiera si parla di stalking
Seguitissimo l’incontro dove si è parlato di atti persecutori. La nuova legge e le campagne per sconfiggere questo fenomeno
Conciliare l’ordine mentale del criminale con l’ordine della giustizia. Una cosa non sempre facile se il criminale è uno stalker. Mai neologismo inglese è stato più appropriato per descrivere un fenomeno che esiste dalla notte dei tempi e ad ogni latitudine: gli atti persecutori. Ma è proprio dal diritto inglese, la “common law” che si è partiti in Italia a studiare questo fenomeno, poi tradotto in una legge entrata in vigore nella primavera del 2009 e che oggi è pure oggetto di uno spot televisivo. Una ragazza che si sveglia nel cuore della notte per telefonate ricevute; i bigliettini fuori dalla macchina; le corse sulla tromba delle scale: questo di vede nella campagna in questi giorni in tv. E questo ha spiegato il tenente colonnello Giorgio Manzi, del Racis (Reparto analisi criminologica, “il papà dei Ris”), giunto apposta da Roma per un convegno alla Fiera di Varese dove il tema è guarda caso la sicurezza.
La legge, tradotta poi nell’articolo 612 bis del codice penale ha incontrato proprio questa difficoltà conciliare quel che sta nella testa dello stalker con le esigenze del diritto. Ma da cosa derivano le molestie? Spesso, spessissimo sono eeventi che non nascono dal nulla, bensì hanno una loro collocazione precisa nell’età fanciullesca del molestatore, e purtroppo delle prime vittime: lo schiaffo alla ragazzina l’attacco d’ira che si trasforma in violenza: tutti fattori che fanno presagire di un soggetto, la tendenza a trasformarsi in criminale persecutore. Un quadro di cui non è ovviamente esente neppure la provincia di Varese come il tenente Piera Stornelli, a capo del Reparto operativo radiomobile ha spiegato, ha raccontato in prima persona: una vicenda con al centro nientemeno che una donna musulmana, che ha dovuto affrontare anche ostacoli di natura familiare prima di far arrestare il proprio aguzzino: suo marito. Un quadro su cui le forze dell’ordine – rappresentate per i carabinieri anche dal comandante provinciale colonnello Maurizio Delli Santi e dal comandante della compagnia di Varese capitano Dario Mineo, oltre che dal collega della polizia di stato Giuseppe Palumbo – stanno offrendo il massimo impegno dal punto di vista sia investigativo, sia della comunicazione, offrendo spesso consigli alle molte persone che sono a conoscenza di questa legge, ma spesso hanno mille timori di presentare una denuncia.
All’incontro hanno partecipato anche il sostituto procuratore di Varese Massimo Politi e Massimo Lattanzi, dell’osservatorio nazionale anti stalking.
Presenti le istituzioni varesine – gli assessori del comune alla sicurezza Fabio D’Aula e alle pari opportunità e istruzione Patrizia Tomassini – che hanno garantito la massima attenzione sul tema. Elena Sartorio, presidente della commissione provinciale sicurezza ha raccontato di un corso piuttosto seguito e rivolto alle donne di una decina di comuni avvenuto ad Ispra qualche mese fa; “un ottimo risultato nel sensibilizzare e proporre strumenti di difesa personale”. Presto la Provincia realizzerà una mappatura del fenomeno. La serata è stata presentata dalla giornalista di Rete55 Chiara Milani.
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