Film su Vallanzasca, “le vittime non sono un fenomeno da botteghino”
La polemica per il nuovo film di Michele Placido sulla vita del “bel Renè”: insorge il sindacato di polizia Cosip
«Se è vero che non si possono fare solo film sui Santi è anche vero che non è concepibile restituire alle nuove generazioni l’immagine di un assassino. Una cosa è raccontare la storia in modo asettico e oggettivo, un’altra è, con la complicità delle telecamere, dare la possibilità attraverso un film e quindi una sceneggiatura costruita, ad un delinquente di passare alla storia quasi come una brava persona».
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – Sindacato Indipendente di Polizia, risponde all’intervista rilasciata da Kim Rossi Stuart che interpreta Vallanzasca (nella foto qui a sinistra) nel film di Michele Placido.
«Vorremmo dire al signor Stuart (nella foto, l’attore) che il fatto che Vallanzasca abbia pagato il suo debito con la giustizia – dice Franco Maccari – non è una nota di merito, ma se mai dovrebbe essere la normalità. Ma se il nostro fosse un Paese normale, dove chi sbaglia paga. Invece in Italia chi sbaglia diventa il soggetto preferito per registi e case cinematografiche che si arricchiscono su storie che parlano di odio e morte, facendo diventare la sofferenza di chi per questi sbagli ha patito, un fenomeno da botteghino».
«Dice Kim Rossi Stuart che non era suo compito incontrare i parenti delle vittime di Vallanzasca – dice ancora il Segretario Generale del Coisp – e invece noi gli consiglieremmo di farlo perché se vuole avere l’approccio francescano che dice di avere alla vita, allora della vita deve conoscere tutti gli aspetti e, visto che il suo mestiere è quello di interpretare storie e personaggi, volendosi lui stesso cimentare nel racconto di fatti veri, allora quei fatti dovrebbero essere raccontati in ogni loro aspetto. Perché se a Renato Vallanzasca è stata data una possibilità di riscatto, Renato Vallanzasca ha tolto a molti la possibilità di una vita normale».
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