Gelosa: «Basta gettare fango su Lonate come ha fatto Rai Tre»

Il primo cittadino in consiglio comunale definisce vergognosa la puntata di Presa Diretta sulla 'ndrangheta al nord e nella quale è apparsa la riluttanza della comunità cirotana a parlare. Ma un cittadino calabrese s'indigna: «Ci dica chi apriva loro le porte»

«Quella trasmissione è stata una cosa vergognosa, hanno volutamente dipinto Lonate come se fosse peggio di un paese del sud-Italia e questo è inaccettabile. Perchè non ci sono soldi da buttare altrimenti avrei querelato gli autori». La frase l’ha pronunciata il sindaco di Lonate Pozzolo Piergiulio Gelosa in consiglio comunale ieri sera, mercoledì, mentre si discuteva della mozione che chiedeva le dimissioni dell’assessore Danilo Rivolta, al centro di rapporti "dubbi" con il fratello con alcuni esponenti della locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo. Il riferimento è alla trasmissione Presa Diretta che lo scorso 5 settembre ha mandato in onda, su Rai Tre, la puntata dedicata alla ‘ndrangheta dopo i 300 arresti dell’operazione "Crimine" che ha scoperto cellule locali della malavita calabrese in tutta la Lombardia, compresa Lonate Pozzolo.

La trasmissione di Riccardo Iacona ha mandato in onda anche alcune interviste fatte in paese dalla giornalista della redazione di Presa Diretta dalle quali traspariva una certa riluttanza a parlare di ‘ndrangheta da parte di alcuni lonatesi originari di Cirò Marina, la comunità calabrese più numerosa a Lonate. «Quella trasmissione ha fatto solo danni, ora gli imprenditori scappano – ha continuato il sindaco – due architetti che volevano investire qui hanno mollato e se ne sono andati. Perchè non hanno intervistato qualcuno della stragrande maggioranza di lonatesi onesti, perchè non sono venuti nemmeno dal sindaco?». La tirata di Gelosa fa storcere qualche naso tra il pubblico tra i quali Antonio Oliviero, calabrese residente da 40 anni a Lonate Pozzolo: «Quella trasmissione racconta le cose come stanno – ci dice a margine del consiglio – perchè invece non ci hanno detto chi apriva le porte alla ‘ndrangheta. Perchè qui c’è la ‘ndrangheta è inutile negarlo».

In paese c’è ancora nervosismo per quella puntata, soprattutto tra i cirotani che non ci stanno ad essere dipinti tutti come ndranghetisti: «C’è nervosismo tra i miei conterranei – continua Oliviero – io sono venuto qui da Reggio Calabria per lavorare e vivere una vita dignitosa. Molti dei calabresi che sono qui hanno fatto la stessa cosa e hanno sempre vissuto in maniera onesta ma certe cose non dovremmo accettarle e dimostrare che non siamo tutti mafiosi». Quello che stupisce, infatti, è la mancanza di reazione da parte di una comunità così numerosa, che ha espresso ed esprime attualmente assessori e consiglieri comunali, contro il cancro della malavita e del malgoverno dal quale sono scappati per una vita migliore e più onesta al nord.


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Pubblicato il 16 Settembre 2010
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