PGT, al via la “fase due”

Presentati al pubblico gli obiettivi del piano di gioverno del territorio: rispunta l'ipotesi tangenziale ovest, "avvolta" da una fascia verde

Il Piano di Governo del Territorio (PGT) muove un altro passettino in avanti e avvia la sua "fase due". Lunedì si è tenuto ai Molini Marzoli il Forum per la presentazione degli obiettivi del piano, davanti ad un pubblico abbastanza numeroso. Dalla presentazione portata avanti dell’architetto Massimo Giuliani e dell’ingegner Elettra Loewenthal, complessa e dettagliata con l’esibizione delle varie slide, presto disponibili anche sul sito del comune. Da questi obiettivi emergerebbe comunque una Busto più vocata alla qualità del vivere, anche se non rivoluzionata. Una città inserita nella megalopoli padana, nel "sistema metropolitano lombardo".
Con i professionisti, il sindaco Gigi Farioli, l’assessore all’Urbanistica Giampiero Reguzzoni, l’ufficio di piano e il gruppo di lavoro incaricato della redazione del PGT, strumento "successore" del piano regolatore, a un tempo più flessibile, meno prescrittivo e più complesso, con un accento particolare sulla sostenibilità e sulla partecipazione. Principi che vanno tradotti in atto e resi concreti.
Le occasioni vanno colte, avvertiva Giuliani, e per tempo; città che si lasciano andare al degrado, venuta meno la loro epoca dell’oro, richiedono poi pesanti interventi pubblici per il rilancio. Già Farioli prima, Giuliani poi, hanno insistito sul principio urbanistico della perequazione, concetto già approfondito da incontri tenuti nei mesi scorsi al di fuori delle iniziative comunali, e che dovrebbe evitare "l’assalto alla diligenza" tipico in passato di ogni nuovo piano regolatore.
«È cambiata la realtà e bisogna adeguarsi» riconosce Giuliani, «qui poi è cambiata due volte, a causa di Malpensa». In una slide, una grossa freccia punta a ovest dalla città, ad indicare una "tensione" verso quella "città Malpensa" di cui ogni tanto si parla. Più immediatamente d’interesse l’immagine che riconosceva in Busto alcuni corridoi da tutelare: uno di questi, definito come «spina verde», taglia il territorio come fascia di rispetto di una tangenziale – guarda caso, su un tracciato previsto da decenni nei piani regolatori vigenti. Nel decennio scorso della tangenzialina non si fece nulla, anche per la decisa opposizione dei residenti del rione Madonna Regina che se la sarebbero trovata sotto casa. Ne sapeva qualcosa il presidente delle Acli varesine Sergio Moriggi, animatore del locale comitato di quartiere, che difatti ha sollevato qualche perplessità. Giuliani osservava che il Comune, grazie anche ai meccanismi di perquazione applicati prima e più che altrove, si è trovato in possesso di vaste aree agricole: parte di quel patrimonio immobiliare comunale su cui si è giocata una partita politica di non poco conto.
Si è parlato brevemente anche della VAS (Valutazione Ambientale Strategica), propedeutica alla stesura del documento di piano, architrave del PGT. Proprio qui dovrebbero soprattutto entrare in gioco trasparenza e sostenibilità delle scelte come valori non negoziabili del processo che porterà a disegnare linee di sviluppo futuro per la città.

Altri step seguiranno questo incontranno: due conferenze di valutazione, la prima a metà ottobre, la seconda dopo la definizione della proposta di piano e del Rapporto Ambientale; incontri con i cittadini nei rioni. Intanto le condizioni cambiano a vista d’occhio: la prospettiva già non è più quella di cinque anni fa, rimarca il sindaco Farioli, emergono situazioni da governare, quella delle tre stazioni nel giro di due chilometri fra FS ed Fnm, l’ipotesi dell’ospedale unico con Gallarate, le scelte urbanistiche di quest’ultima su cui confrontarsi. Morale: «O si vince la sfida con la partecipazione di tutti, o si ripropone il peggio del passato, le scelte calate dall’alto». Sul fatto che sia davvero finita l’era delle scelte calate dall’alto, e non ne siano cambiati solo i protagonisti, dal comune ai privati, sono però in parecchi a volere delle rassicurazioni.
È chiaro però che fra gli obiettivi chiave ci sarà la gestione dell’edilizia. Giuliani ammetteva che i vincoli di bilancio spingono i Comuni allo sviluppo di «una certa attività», ma quando si parlava di aumentare gli oneri di urbanizzazione, non se ne scandalizzava affatto. Posto che «l’obiettivo è di fare una bella città», giusto esigere che parte di quella rendita venga reinvestita per mantenere o espanderne i servizi. Ed emerge la possibilità, ventilata esplicitamente dal vicesindaco Reguzzoni, di una collaborazione pubblico-privato sul social housing come strumento da considerare con attenzione.

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Pubblicato il 21 Settembre 2010
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