Premio “Lombardia per il lavoro”, candidato Marino Bergamaschi
La candidatura del direttore dell'Associazione artigiani, scomparso sei mesi fa, è stata lanciata durante una commovente e partecipata cerimonia per l'inaugurazione della nuova sala civica a lui dedicata
Veder piangere uno come Giorgio Merletti, fa un certo effetto. Non che il presidente di Confartigianato sia un freddo, anzi. Ma le sue lacrime sono la testimonianza che il dolore per la scomparsa di Marino Bergamaschi, direttore dell’Associazione artigiani, avvenuta 6 mesi fa, non si è per niente affievolito. È ancora vivo e lacerante. La morte improvvisa di Bergamaschi, per tutti quelli che lo hanno conosciuto, è stata come un gancio da ko. Serve poco andare all’angolo a cercare consolazione e ristoro, perché appena ritorni al centro del ring il dolore per quella mazzata si ripresenta in tutta la sua intensità. Un dolore che è riemerso anche nel giorno dell’inaugurazione della nuova sala civica che Induno Olona ha voluto intitolare a Bergamaschi con questa dedica: “un indunese illustre, una vita di impegno per il lavoro e per chi lavora".
Nella nuova sala c’erano tantissime persone. Molti volti noti, ma anche tanta gente comune che di quel cittadino illustre magari aveva solo sentito parlare o visto le foto sui giornali. Tutti lì a testimoniare, più a titolo personale che in rappresentanza di qualcosa (politica, ente, sindacato o associazione), che l’esistenza di Marino Bergamaschi ha avuto un senso profondo. Così profondo da rappresentare «una grave perdita per tutto il territorio».
Il figlio, Nicola Bergamaschi, con un’emozione che ha dato ancora più incisività al ricordo del padre, ha regalato tre immagini che tracciano le coordinate del vissuto paterno. «Papà teneva sul comodino l’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”. Ne aveva sottolineato molti passaggi, ma uno in particolare dove il pontefice dice: “volere il bene comune e adoperarmi per esso è esperienza di giustizia e verità”. La seconda è il libro di cardinal Martini “Il coraggio della passione”; la terza è un’immagine di don Primo Mazzolari dietro cui è riportata la frase “l’uomo libero e consapevole è sempre un resistente qualunque sia il tempo e il regime”».
Marino Bergamaschi lavorava con passione per il bene comune e se c’era da fare resistenza la faceva, magari «battendo i pugni… ma lasciando all’avversario sempre una via di uscita» perché lavorare per il bene comune significa anche avere il senso della pietà.
Un riconoscimento unanime che ha spinto il sindaco di Induno Olona Angela Bianchi, seguita dal deputato Daniele Marantelli, passando per l’assessore regionale Raffaele Cattaneo fino ai consiglieri regionali Alessandro Alfieri e Stefano Tosi, a candidare Marino Bergamaschi per il premio “Lombardia per il lavoro”.
La serata di sabato 25 settembre è stata l’ennesima dimostrazione che Marino Bergamaschi nella sua vita terrena ha davvero combattuto una buona battaglia.
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