Una nuova avventura a passo di danza: il liceo coreutico

Letizia e Silvia, brianzole, sono due "primine" fuori sede. Frequenteranno il nuovo istituto scolastico bustese, l'unico in Lombardia. Esami d'ammissione durissimi e un trasferimento per seguire la passione di una vita e farne una professione

Il liceo coreutico di Busto Arsizio è pronto a muovere i suoi primi passi. Sulle punte, naturalmente. La danza è la sua ragion d’essere: arte antichissima e sempre nuova, che ancora oggi attrae tanti giovanissimi alla magia del movimento, alla scoperta del corpo e della sua espressività, della musica e dei suoi ritmi. In molti si sono interessati al nuovo istituto: quello bustese è l’unico in Lombardia, uno degli appena cinque a livello nazionale. Inevitabile trovarsi con vari studenti "fuori sede". 
Letizia Casati e Silvia Iannoli (foto) sono due "primine" quattordicenni del liceo coreutico di Busto Arsizio. Sono ospiti di quella che a breve potrà essere inaugurata come "casa dello studente", al civico 57 di viale Stelvio, gestita dalla cooperativa Il Villaggio in Città, già impegnata con i suoi centri diurni per minori. Attendono altre due ragazze: una, di Lesa sul Lago Maggiore, ha superato l’altro ieri l’ultimo esame tenuto all’Accademia di Roma; la quarta, una valtellinese, frequenterà non il liceo coreutico, ma il liceo Pantani (Acof-Olga Fiorini) nell’indirizzo dedicato allo spettacolo.

Letizia e Silvia attendono con comprensibile trepidazione l’inizio di una nuova avventura. Entrambe, curiosamente, sono dello stesso paese: Carate Brianza. Provengono anche dalla medesima scuola di danza: la Isadora Duncan, dedicata all’ étoile americana di un secolo fa, fondatrice della danza moderna. Entrambe hanno iniziato da bambine: Silvia a sette anni, Letizia a cinque. Tre volte la settimana, regolarmente, hanno costruito le basi dell’arte sotto la guida delle maestre. 
Dove vogliono arrivare queste ragazze? Quale il loro sogno? «Vorrei diventare ballerina o coreografa» dice Letizia. «Vorrei lavorare in questo campo, come ballerina professionista o maestra di danza» fa eco Silvia. I loro riferimenti ideali vanno da Isadora Duncan con la sua libertà e modernità fino ai ballerini dalla tv.

Letizia ha superato a Busto Arsizio la prima selezione per l’ammissione al liceo, svolta davanti alla severissima commissione dell’Accademia di Danza; era venuta a sapere del nuovo liceo tramite dei depliant diffusi presso la scuola di danza e si è subito proposta. Silvia ha saputo in seguito ed è andata fino a Roma a sostenere l’esame all’Accademia. «Ho fatto l’esame con altre due ragazze, mi pare fosse proprio di Busto, che però non sono state ammesse» racconta. «L’esame in sè è iniziato con una serie di movimenti facili, esercizi alla sbarra, ma venivamo guardate in un modo, e con certi commenti… Ero molto tesa anche perchè il giorno prima aveva 39 di febbre. Dopo quello che avevo sentito dire  ero convinta di non essere passata, invece…» Letizia annuisce e conferma l’assoluta severità e selettività dell’esame.
Sul passato si tira una riga: al liceo coreutico si ricomincia dalle basi. Fra le materie che il liceo coreutico prevederà, con le sue sette ore di lezioni quotidiane suddivise fra danza e normali materie di formazione culturale, a Silvia interessa il laboratorio coreutico: materia fondamentale che mette al centro la conoscenza e consapevolezza del corpo come strumento espressivo, con tutti i suoi limiti e le sue potenzialità. Esprime invece un certo timore reverenziale verso il laboratorio musicale: «Spero che non ci facciano cantare mai…» Quanto alle materie "normali", Silvia ama la narrativa e la letteratura, Letizia è portata per la matematica.

A Busto Arsizio sono appena arrivate, e della città non hanno ancora avuto modo di apprezzare molto. «Abbiamo perso tre pullman solo stamattina…» ridono. Della città hanno visto poco: la zona di via Manara con il liceo Candiani; i centri diurni del Villaggio in Città Il Canestro e il Tappeto Volante dove hanno trovato il tempo di una breve («un’ora!» ndr) esibizione davanti ai bambini dei centri diurni, rimasti estusiasti.
Carlo Berto, responsabile della cooperativa, sarà fra i "tutori" delle ragazze. «Dopo essere stati contattati dal dirigente del liceo, il professor Monteduro, poco dopo l’assegnazione del coreutico a Busto» spiega, «e data la disponibilità, abbiamo risistemato questo appartamento, che sarà la loro casa per i prossimi anni nei periodi di scuola». Arrivano anche due genitori: entrambi sono molto positivi sulle scelte fatte dalle figlie. Così Tiziana Redaelli, mamma di Letizia: «Ci dicevamo da tempo: peccato che ci sono scuole superiori per la musica, ma non per la danza. Una volta scoperta questa novità, bisognava provare». «Noi come genitori facciamo sacrifici per loro» fa eco Claudio Iannoli, papà di Silvia, «poi sta alle ragazze fare il resto». E dimostrare, davanti a uno specchio, a una professoressa o a un pubblico, quanto valgono.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Settembre 2010
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