Il Kosovo e il porto della mafie d’Europa
Nella tappa besnatese di Duemilalibri il libro di Giuseppe Ciulla e Vittorio Romano dedicato al caso dello Stato creato dal niente da Stati Uniti ed Europa nel 1999
Un vero e proprio porto per i traffici sporchi di mezza Europa, tollerato dalle potenze internazionali che l’hanno fatto nascere e che ancor oggi non sanno ancora come districarsi dal pantano. A Duemilalibri si parla del Kosovo, Stato riconosciuto da molti, ma non da tutti, pericoloso esempio per ogni separatismo, da quello basco a quelli nel Caucaso. «Mafia likes fog, like wolves. La mafia vuole la nebbia, come i lupi». Le parole di un poliziotto kosovaro sono la sintesi di un Paese in cui dieci anni di amministrazione ONU non hanno portato benessere e giustizia, ma miseria e criminalità. Dove, in nome della stabilità dei Balcani, si è legittimata una classe dirigente legata a doppio filo con la mafia. Da una scrupolosa inchiesta giornalistica è nato "Lupi nella nebbia" (Jaca Book) di Giuseppe Ciulla e Vittorio Romano, libro che traccia un bilancio a tinte fosche della gestione internazionale: l’insabbiamento dei processi per crimini di guerra, le investigazioni sulle più alte personalità politiche del Paese (tutti o quasi ex comandanti UCK) misteriosamente sparite nel passaggio di consegne dalle Nazioni Unite all’Unione Europea; i rapporti degli osservatori OSCE che denunciano l’inerzia dell’ONU, rimasti lettera morta; le responsabilità degli USA. Il Kosovo è grande quanto l’Abruzzo e con 14.000 soldati NATO dovrebbe essere uno dei posti più sicuri del mondo. Perché allora a nord di Mitrovica si spara ancora? Per i magistrati il Kosovo è uno degli snodi più importanti per il traffico di armi, droga, organi ed esseri umani verso l’Occidente. Come mai quindi alle frontiere nessuno controlla i carichi dei camion? Nel cuore dei Balcani che marciano verso l’Europa il Kosovo è uno Stato delle mafie, autoproclamatosi indipendente, che ci riporta a una nuova guerra fredda. Con abilità narrativa gli autori intrecciano il racconto dei volti e degli avvenimenti incontrati durante la loro inchiesta al più vasto scenario della scacchiera balcanica e delle missioni internazionali di cui il Kosovo rappresenta un tragico modello. Appuntamento domenica 10 ottobre, alle 18 nella sala consiliare di via Mazzini
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