Arriva Nichi Vendola, il poeta della politica

Sarà a Varese, sabato mattina alle 10 e 30 nella sala convegni del collegio De Filippi di via Brambilla. Dice di voler sfidare Berlusconi. La sua presenza sulla scena piace molto ai media

L’ultima iniziativa è stata la videolettera a Berlusconi, dopo che il premier aveva detto di preferire le ragazze ai gay.
Nichi Vendola sa farsi sentire. Presidente di Sinistra Ecologia e Libertà, ottimo comunicatoreè sempre più lanciato nella politica nazionale.

Matrix gli ha dedicato una lunga puntata monografica
, quale candidato in pectore alle primarie del centrosinistra. Il discorso conclusivo del congresso di Sel (l’elogio della bellezza) è uno dei più cliccati su youtube, e accolto dai simpatizzanti con toni epici. (foto: Vendola al centro tra Cordì e Agostinelli).
Vendola è sostenuto anche da un movimento informale chiamato "Le fabriche di Nichi" che la scorsa estate ha tenuto lezioni di "buona politica" in Puglia e i cui materiali sono tutti presenti in internet. Chi lo critica insiste invece sul suo linguaggio: poco comprensibile, fumoso e poco concreto, utopistico.

S
arà a Varese, sabato mattina alle 10 e 30, nella sala convegni del collegio De Filippi di via Brambilla.

Presidente della Puglia, eletto per due volte nel centrosinistra dopo aver vinto le primarie sconfiggendo il candidato ufficiale del Pd, è diventato il simbolo di una parte di elettorato che lo ha scelto perchè si contrapponeva alle decisioni prese nelle stanze di partito. 

Come governatore, a Bari, ha sostenuto la difesa dell’acqua pubblica con una riforma dell’acquedotto pugliese e ha dato impulso ai cosiddetti distretti creativi, creando strutture ad hoc, per turismo, film e musica. 

La sua biografia è piena di contraddizioni, come lui stesso ama dire, che nel tempo sono diventate forza. Vendola nasce a Terlizzi nel 1958. E’ "figlio d’arte": suo padre e suo zio erano i capi del partito comunista. Entra nei pionieri, l’organizzazione dei bambini del partito, poi percorre tutte le tappe politiche fino alla svolta del 1991, in cui sceglie Rifondazione Comunista. Ma non è un membro ortodosso: gay dichiarato, cita spesso la figura di Pietro Ingrao, scrive poesie e pubblica anche un’ode per Carlo Giuliani, il giovane ucciso negli scontri di Genova del 2001, che definisce un eroe, è un cattolico convinto, e oggi dichiara che il suo sogno è scrivere libretti d’opera (lo ha scritto sulla sua pagina di Facebook). Agli intransigenti di sinistra che ha abbandonato manda a dire che a la sinistra deve tornare a vincere e non trincerarsi nelle sue antiche certezze (Riaprire la partita, è il titolo dell’ultimo congesso di Sel). Usa ancora aprire i suoi discorsi con la frase: «Care compagne e cari compagni». E qualche volta si lascia andare anche a un più prosaico Vaffa…

La sua stella inizia a brillare nel 2005 quando alle primarie, a sopresa, sconfigge Francesco Boccia del Pd e diventa candidato del centrosinistra. Si presenta con una squadra di giovani creativi che puntano sui post it e mettono la faccia di Vendola associata alle scritte "Estremista " o "Sovversivo". Vince battendo l’attuale ministro Raffaele Fitto, governa, nel 2009 fa dimettere mezza giunta per lo scandalo sulle tangenti nella sanità con escort di contorno. Ma passa la bufera, si scontra con il Pd che vuole sostituirlo per allearsi con l’Udc e sconfigge ancora alle primarie il candidato ortodosso mandato da Roma, prima di rivincere le elezioni. Dichiara: «Per sconfiggere la destra ho dovuto prima sconfiggere il Pd». Ma lo votano molti elettori del Pd che ne apprezzano i discrosi roboanti epoetici. 

Il suo partito, Rifondazione Comunista, nel frattempo gli tira un brutto scherzo. Nel 2006 Bertinotti alle elezioni fonda la Sinistra Arcobaleno, ma scende sotto il 4% e non entra in parlamento. Vendola si candida al congresso ma le 4 mozioni avverse si alleano lo sconfiggono. Qualche mese dopo esce dal partito e fonda "Sinistra Ecologia e Libertà". Oggi i sondaggi danno il suo partito intorno al 5 %, mentre la Federazione della sinistra che non lo ha voluto sarebbe intorno al 2 %. 

Solo su un punto si dimostra intransigente. Non si toglierà mai l’orecchino, una questione per cui è molto criticato (l‘Espresso addirittura gli ha dedicato un’intera intervista con copertina) ma che forse lo rende così interessante per i media perché diverso da altri politici un po’ grigi. Un po’ come acacde, nell’altro campo, per due campioni di anticonformismo, come Bossi e Berlusconi. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Novembre 2010
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