Il fenomeno Dente: “Faccio il tutto esaurito, ma rimango coi piedi per terra”
Stasera (venerdì 5 novembre) chiude un tour di oltre centocinquanta date al Teatro Dal Verme di Milano. A poche ore dal concerto il cantautore fidentino racconta un pò di lui
Voce un pò roca di chi si è appena alzato dal letto. «In realtà non sto molto bene fisicamente, ho avuto un mese ricco di concerti e, per uno di trent’anni, ora ci vuole un pò di riposo». Dall’altra parte della cornetta c’è Dente, il ragazzo fidentino – e si sente dall’accento – definito, da pubblico e critica, come il nuovo protagonista del cantautorato italiano.
Siamo a poche ore dal concerto che questa sera (venerdì 5 novembre) lo vedrà sul palcescenico del Dal Verme, i biglietti sono praticamente esauriti e lui confessa di essere «provato ma felice». Quello di questa sera infatti, è il concerto che chiude un tour di oltre centocinquanta date in tutta Italia. Da nord a sud, Dente ha portato le sue canzoni, quelle racchiuse in "L’amore non è bello" ma anche quelle di album precedenti, raccogliendo un successo dietro l’altro. «Non me l’aspettavo, è stato un crescendo di consensi. Tanta gente, tante date da "tutto esaurito" e siamo molto soddisfatti». E oggi, le ultime prove prima di salire sul palcoscenico milanese che lo vedrà accompagnato da diversi amici, tra cui Manuel Agnelli, Il Genio, Max Collini, «ho invitato le persone con cui ho collaborato ultimamente ma ne avrei chiamate molte di più» spiega Dente, «però non dico chi», ride. Ma le domande a cui si sottrae sono molte altre.
Ho letto diverse interviste. In nessuna spieghi perché hai scelto questo nome d’arte?
«Tra un pò di anni mi farò pagare per svelare tutto (scherza ndr). Dico delle mezze verità perché mi piace giocare. Facciamo che ci risentiamo tra un anno e te lo dico?»
Va bene. Ma dove sarai tra un anno?
«Starò lavorando al disco nuovo. Da domani avrò più tempo, dovrò pensare a scrivere e registrare nuovi brani…»
E che disco sarà?Come saranno i testi?
«Per i testi pensavo a quelli di Mogol (e mostra l’ironia a cui è abituato il pubblico che lo segue nei suoi live ndr). No, a parte gli scherzi. Ho buttato giù qualcosa ma c’è ancora tanto tempo e verrà fuori anche lui quando sarà…».
Tra trent’anni invece, come ti vedi?
«Quello proprio non lo so. Non lo vedo proprio. Spero solo di fare quello che mi rende felice, magari non il cantante ma qualcosa che mi renda sereno. Adesso vivo "alla giornata" e la cosa mi piace anche…».
Ci racconti la tua giornata tipo?
«Allora, quando sono a Milano (città nella quale si è trasferito qualche anno fa per fare una scuola di grafica e dalla quale è partita la sua carriera ndr) faccio delle gran lavatrici. Poi faccio la valigia e riparto. Gli ultimi anni li ho passati dormendo in quattro o cinque letti diversi alla settimana per via del tour. La vita da girovago mi piace per fortuna, però…».
L’ultima volta ci siamo sentiti due anni fa. Ti stavi preparando per la tua prima volta al concerto del primo maggio in Piazza San Giovanni, a Roma. Da quel giorno ad oggi quando è cambiato Dente?
«Sono cambiato come cambiano tutte le persone. Non so quanto, perché io mi vedo tutti i giorni. Ha avuto un minimo di successo…». Lo interrompo: «Beh non proprio un "minimo", direi che hai avuto successo». Riprende: «No, non sono mica il Papa, lui si che è famoso. Io comunque vado avanti con i piedi per terra e non voglio fare troppo affidamento sulle mie capacità».
Per chi ha affidamento sulle sue capacità e sul suo talento, invece, l’appuntamento è per questa sera, (1.500 biglietti venduti) e per l’anno prossimo con il nuovo disco.
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