Il Pd attacca Mucci: «Tanti anni a Palazzo Broletto e non si è accorto di nulla?»

In una nota scritta i vertici cittadini del partito si chiedono come il sindaco non sia mai entrato nello specifico della delega all'urbanistica che ha coperto per quasi 10 anni. La risposta di Mucci: «Si studino la Bassanini»

«Leggiamo con inquietudine e stupore le cronache giudiziarie relative alla deposizione, in qualità di testimone nel processo “Lolita”, del sindaco Mucci dinanzi al Tribunale di Busto Arsizio lo scorso 18 novembre», inizia così la nota scritta inviata dalla segreteria del Partito Democratico gallaratese alla stampa in seguito all’audizione del sindaco Mucci nell’ambito del processo Lolita come teste dell’accusa: «Non vogliamo assolutamente entrare nel merito di questioni processuali ma leggiamo che Mucci avrebbe affermato di non essersi mai occupato di problemi tecnici legati all’urbanistica perché non è ingegnere, architetto o geometra – scrivono gli esponenti democratici – Ci chiediamo come possa dire questo un politico che si è occupato di urbanistica per circa 4 anni come assessore nella giunta Greco, per altri 5 anni come sindaco con delega all’urbanistica e, per i restanti ultimi 5, come sindaco: se in oltre 10 anni Mucci non è mai entrato nello specifico dei problemi che cosa ha fatto? In tutto questo tempo il sindaco non ha avuto modo di comprendere pienamente tutti i meccanismi urbanistici e di conoscere a perfezione gli uffici e chi ci lavora?».

Il Pd critica l’atteggiamento da “così fan tutti” che sarebbe emerso, a loro parere, dalle parole dette davanti al giudice Novik:  «Leggiamo che Mucci ha affermato di trovare “normale” che chi gestisce un ufficio pubblico possa valutare progetti di persone a sé molto vicine. Ci sembra allora di capire che anziché controllare, verificare e dare indirizzi politici, l’assessore, poi divenuto anche sindaco, abbia avuto unicamente fiducia nella buona fede altrui (mal riposta o meno, questo lo diranno i tribunali)
senza svolgere nessuna funzione di controllo. Leggiamo che il sindaco non si stupisce che un potente uomo di partito si esprima in merito a specifiche pratiche. Noi, invece, non smettiamo di stupirci che Nino Caianiello, che oggi è un dipendente di AMSC I. & S., continui a presenziare in prima fila e al fianco di figure istituzionali elette sia in occasioni pubbliche, sia quando, in gran segreto, si incontra un Ministro della Repubblica in una scuola deserta e finta».

La risposta del sindaco Nicola Mucci, di fronte alla presa di posizione del Pd, è chiara: «Credo che prendere posizioni politiche non avendo assistito agli avvenimenti e basandosi solo sulle ricostruzioni giornalistiche è un errore palese e ingenuo del Pd. I giornalisti hanno dovuto riassumere 50 minuti in 50 righe. La ricostruzione è parziale e limitata. Il ragionamento portato avanti in tribunale era molto più articolato – prosegue Mucci – La domanda rispetto a Bossi mi ha fatto sottolineare un aspetto semplice: con la legge Bassanini i compiti di amministratori e tecnici sono stati divisi in maniera chiara. Ai dirigenti e funzionari compiti tecnici, agli assessori spettano gli indirizzi. Questa cosa non l’ho decisa io. A Gallarate è successo questo. Come sindaco ho introdotto la novità che nessun amministratore ha fatto parte della commissione edilizia che ha un ruolo specificatamente tecnico. All’interno di essi ci sono geometri architetti ed ingegneri indicati dagli ordini. Mi duole constatare che il Pd non ha ancora capito la legge Bassanini. Qualsiasi ingerenza da parte mia sarebbe stata estremamente grave».

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Pubblicato il 21 Novembre 2010
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