La via per la ripresa ? Cambiano i mercati, anche il sistema Paese deve cambiare

Commento a cura dello Studio Ventura

Leggo con interesse l’editoriale del dr. Michele Graglia apparso su Varese Focus, di questo mese. L’articolo dopo aver riportato alcuni dati relativi all’utilizzo della cassa integrazione conclude la prima parte del suo intervento con un lapidario «ma la ripresa è ben al di là dal manifestarsi».
 Lo stesso procede con un paio di cenni sui ritmi di crescita, sulle prospettive future, su un paese fermo a vecchi schemi politici e sindacali nell’affrontare questo particolare periodo, concludendo con «Il mondo cambia, i mercati mutano, noi rischiamo di rimanere fermi».
Centrato, ritengo sia anche l’esame di quelle che sono le paure circa la de-localizzazione delle produzioni da parte delle grosse imprese e le prospettive per quelle che sono invece PMI che tali opzioni nemmeno le hanno. L’unico punto su cui avrei voluto leggere altro sono i rimedi, le modalità con cui affrontare la situazione. Ritengo che tutti gli operatori economici ( imprenditori, consulenti ecc.) siano coscienti che bisogna innovare, internazionalizzarsi, aggregarsi ecc.
Purtroppo ciò sembra rimanere sempre nel limbo delle buone intenzioni.
Qualsiasi processo di innovazione , o di internazionalizzazione ha bisogno di risorse finanziarie ( anche se piccole) ma la realtà è che le banche non concedono nulla, ( salvo avere in contropartita garanzie che la maggior parte delle PMI non hanno o non hanno più avendole già impegnate) le altre istituzioni finanziarie atte al sostegno delle PMI sono sommerse da richieste che per forza di cose rimangono molto spesso inevase oppure portano ad una diluizione degli aiuti che si risolvono con cifre che nulla risolvono.
 
L’aggregazione, che sicuramente potrebbe essere una carta importante da giocare, si scontra nel nostro tessuto imprenditoriale formato da piccole e/o piccolissime realtà, con “sacrifici” che gli imprenditori ( da sempre abituati a fare da sé) spesso non sono mentalmente preparati ad affrontare ( nuove e diverse forme di governance aziendale, diversi obiettivi temporali , ecc.).
Quando tali diffidenze vengono superate, ci pensano poi i rapporti con un fisco rapace, con le amministrazioni pubbliche pronte a opporre divieti ed ostacoli vari ecc. a scoraggiare o rendere impossibile tale strumento. Quindi ritengo che senza degli incentivi effettivi ed immediati, aiuti mirati a tale scopo, un più ampio sforzo economico a favore di tali realtà, aiuti che per i piccoli e medi imprenditori siano tangibili e d immediati questa ipotesi sicuramente valida rimarrà ( salvo che per pochi casi) nel campo delle buone intenzioni, che come tutti sappiamo lastricano sempre e solo le vie dell’inferno.
  

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Pubblicato il 17 Novembre 2010
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