La vicenda del Falcone infiamma l’aula del consiglio
Il PdL accusa l'opposizione di centrosinistra di aver strumentalizzato le proteste: "piena fiducia ai nostri assessori". Il Pd: "ma noi avevamo fatto proposte e segnalato problematiche"
Il “caso Falcone” infiamma il consiglio comunale. Era forse inevitabile, dopo le denunce di docenti e studenti e dopo l’assemblea di settimana scorsa organizzata dai Giovani Democratici. In realtà l’opposizione (Lega e centrosinistra) non ha sollevato la questione, che è stata ripresa invece da Germano Dall’Igna, consigliere del PdL: «Vogliamo comunicare – ha detto a nome del gruppo consiliare azzurro – la nostra stima e fiducia al signor Sindaco, a tutto l’esecutivo ed in particolare agli Assessori ai lavori pubblici Martucci e alla pubblica istruzione Carabelli per quanto letto in negativo in questi giorni in relazione al nuovo Istituto IPC Falcone». Lo stesso Dall’Igna ha condannato i «proclami e le richieste di dimissioni» imputate al centrosinistra.
Peccato che Pd e Sinistra e Libertà, chiamati in causa, non avessero affatto chiesto dimissioni (lo ha fatto Federazione della Sinistra, che non è presente in consiglio). «Ma a questo punto non ci pare una cattiva idea» ha rilanciato Pierluigi Galli, rimarcando che «l’assessore ai lavori pubblici non ha mai prestato attenzione alle critiche e alle problematiche che avevamo sollevato». «Noi avevamo fatto osservazioni di merito: una volta archiviate le nostre proposte, rimangono le proteste».
Mentre Cinzia Colombo ha ripreso il passaggio in cui lo stesso Dall’Igna ha parlato (ma citando un articolo di giornale) il “vecchio fatiscente Ipc” lasciato dagli studenti del Falcone trasferiti nella nuova scuola. «Peccato che quelle stesse sedi oggi siano usate da altre scuole», ha fatto notare la consigliera della sinistra.
Mentre il leghista Roberto Borgo difendeva l’amministrazione («sono solo strumentalizzazioni») e criticava solo l’insufficienza di spazi esterni, il democratico Marco Casillo ha sottolineato ancora come, a suo parere, sia mancato il confronto con gli studenti. «L’assemblea dell’altra sera era dei Giovani Democratici, ma gli studenti non erano tutti del Pd. Era un’occasione di dialogo». «Il dialogo – ha risposto duro il sindaco Nicola Mucci – lo faccio in sede istituzionale, gli studenti non li incontro a casa tua». Un inizio di consiglio comunale piuttosto agitato – merito anche della polemica sulle luminarie andata in scena poco prima -, forse il momento di scontro più acceso di tutta la lunghissima seduta.
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