Precari della questura, petizione dei poliziotti al prefetto

Secondo il Silp-Cgil e il Siap, se non si provvederà al rinnovo dei contratti dal prossimo gennaio ci saranno 6 pattuglie in meno su strada ogni giorno

Mentre al Viminale si teneva l’assemblea nazionale dei lavoratori a tempo determinato del ministero dell’Interno, Siap e Silp- Cgil di Varese hanno consegnato al prefetto una petizione sottoscritta da tutto il personale della questura. Nel documento, oltre alle doglianze, vengono indicate due soluzioni che potrebbero consentire al ministero dell’Interno di stabilizzare i contratti di lavoro in scadenza.

 
Sette anni di precariato – Gli impiegati e gli archivisti precari della questura e della prefettura di Varese lavorano all’ufficio Immigrazione e allo Sportello Unico dal 2003 e, tramite concorso, dal 2 gennaio del 2008 sono passati direttamente alle dipendenze del ministero dell’Interno. Dopo 7 anni di lavoro questi lavoratori sono ancora precari. «È dalla sanatoria “Bossi-Fini” che, passando per i 25 rinnovi contrattuali che si sono susseguiti fino ad oggi, assicurano funzioni delicate ed impegnative in questo settore della questura e della prefettura – spiegano  Giorgio Saporiti, segretario provinciale del Silp-Cgil, e Luisa Carlone del Siap -. Inoltre, hanno sviluppato specifiche professionalità e competenze  che hanno consentito non solo il buon funzionamento degli uffici, ma anche di sostenere il grande carico di lavoro che, in tema  di immigrazione, l’aeroporto di Malpensa si scarica sulla Questura di Varese».
 
Mancato rinnovo dei contratti – Alla fine di dicembre tutto cambierà, dal momento che l’ultima Legge Finanziaria ha previsto che solo il 50% dei loro contratti di lavoro potrà essere rinnovato. «Il ministero dell’Interno – continuano i due sindacalisti – ha già comunicato la mancanza assoluta di risorse economiche e di conseguenza l’impossibilità a rinnovare i contratti o stabilizzare questi 11 lavoratori precari. Il che significa che ci saranno gravi ripercussioni negative sul regolare funzionamento degli uffici, con conseguenze ugualmente negative sui lavoratori extracomunitari, sulle imprese dove lavorano, e anche sulle famiglie che ricorrono a badanti e colf».
 
La contraddizione –  «Mentre gli impiegati e gli archivisti precari saranno licenziati, il fenomeno dell’immigrazione e l’esigenza di assicurarne la legalità continueranno a crescere. Cresce l’utenza e si tagliano gli addetti in un settore così congestionato che dal febbraio al luglio di quest’anno il ministero dell’Interno ha dovuto fare ricorso al lavoro di altri 650 impiegati “interinali”».
 
Le soluzioni – «Si possono trovare le risorse necessarie, ricorrendo al “Fondo Unico per la Sicurezza e la Giustizia”, costituito con i fondi confiscati alla criminalità; e alle risorse derivate dall’applicazione della Legge 94/2009, che prevede che “la richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno è sottoposta al versamento di un contributo, il cui importo è fissato fra un minimo di 80 ed un massimo di 200 euro. Se non si provvederà bisognerà rassegnarsi al fatto che dal prossimo gennaio la 1questura potrà dispiegare su strada 6 pattuglie in meno ogni giorno, ma è un prezzo certamente troppo alto da pagare in quanto andrà a determinare la paralisi dell’azione di pronto intervento e di controllo del territorio, ma anche gravissime difficoltà negli altri settori della questura. Aspettiamo adesso di vedere le risposte che il ministero saprà dare».

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Pubblicato il 12 Novembre 2010
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